Il coraggio dei vinti Non dimentichiamo l’esempio di Enzo Garufi e Alfredo Oppicini

di Gianni Plinio*

Stimatissimo direttore, ho letto su il Giornale l’interessante scritto dell’amico Pierfranco Malfettani in cui riferisce della testimonianza di Alfredo Oppicini - recentemente scomparso - che fu uno dei ragazzi che il 27 aprile del 1945 hanno sparato agli americani in via XX Settembre a Genova.
A proposito di quei drammatici momenti reputo giusto e doveroso riprendere un passo del meraviglioso volume di Sergio Pessot e Piero Vassallo «A destra della città proibita. Genova. Quelli che non si arresero». A pagina 136, ricordando la mattina del 23 aprile del 1945, si legge: «Enzo Garufi al comando di una batteria armata con cannoni leggeri fu l’unico fascista ad aprire il fuoco contro la colonna corazzata della V Armata in marcia verso la città di Genova. Dopo un nutrito scambio di fuoco, la batteria fu distrutta ed il tenente Enzo Garufi riportò gravi ferite».
Ricordo che, in epoche andate, a noi giovani militanti missini erano ex combattenti della Rsi a narrare di questo atto eroico con grande rispetto ed ammirazione.


Nonostante la storia ufficiale celebri esclusivamente i vincitori, è necessario, in nome della verità storica, ricordare anche il coraggio dei vinti di cui Alfredo Oppicini e Enzo Garufi diedero un mirabile esempio. Grato per la cortese ospitalità, un saluto affettuoso. *consigliere regionale Pdl

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