Giakarta. Nellera di Internet, un musulmano che voglia divorziare può semplicemente scrivere la propria intenzione in una e-mail, inviarla a un avvocato o a un amico e chiedergli di leggerla alla moglie di fronte a un tribunale della sharia (la legge coranica). Questo è il concetto espresso da uno studente indonesiano che nella sua tesi di laurea ha esaminato il ruolo della e-mail nellapplicazione della sharia. Said Fierza Luthfyana, studente di legge presso luniversità di Surabaya, è partito dalla considerazione che, secondo la sharia, la volontà di divorziare deve essere espressa alla propria moglie a voce. Quindi, sostiene il giovane, «il marito deve mandare la e-mail a qualcun altro e non direttamente alla consorte. La può mandare a un amico, a un familiare o a qualcuno di cui ha fiducia». «Questa condizione è importante perché il talak (dichiarazione con cui si esprime la volontà di divorziare, ndr) deve essere espresso verbalmente», anche se a farlo è unaltra persona che legge la posta elettronica alla donna.
«Ma se la e-mail è mandata direttamente alla moglie, allora non è legittima, poiché non cè dichiarazione verbale», ha precisato lo studente. LIndonesia è il Paese con la popolazione musulmana più numerosa al mondo. La sharia è applicata in alcune province, dove è usata per gestire questioni private.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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