Allarme utili per Sony. Il gigante nipponico dellelettronica di consumo si appresta a chiudere lesercizio 2011-12, prevedendo una perdita di 520 miliardi di yen, pari a circa 5 miliardi di euro. Il rosso, secondo la società giapponese, è principalmente imputabile a maggiori oneri fiscali. Nelle precedenti stime la previsione era di un rosso di «appena» 220 miliardi di yen, poi il gruppo ha considerato imposte supplementari per 300 miliardi. Secondo le attese, il fatturato dovrebbe ammontare a 60 miliardi di euro. Sui conti della società non pesano, però, soltanto le imposte supplementari. Sony, infatti, non è più quella di un tempo. Lazienda che era leader di mercato nellelettronica di consumo negli anni 80, ora fatica a tenere il passo. Le vendite di televisori non sono più quelle di un tempo, a causa della concorrenza spietata delle coreane Samsung e Lg, e di altre società manifatturiere cinesi capaci di produrre a costi molto più contenuti. E anche sul fronte della musica in tasca (Sony ha inventato il walkman, il precursore delliPod), il primato è stato perso a causa di Apple che è anche la prima società nella produzione dei tablet pc, altro mercato in cui i prodotti Sony non sono riusciti a sfondare. E dunque a reggere londa lunga della crisi è rimasta solo la Playstation, la console per videogame fiore allocchiello della società che potrebbe annunciare, secondo la stampa giapponese, il taglio di 10mila posti di lavoro, pari al 6% della forza attuale per cercare di tornare allutile. Domani il neo numero uno Kazuo Hirai, da pochi giorni succeduto a Howard Stringer, spiegherà le nuove strategie aziendali in una conferenza stampa.
In ogni caso Stringer e altri sei top executive hanno già rinunciato ai ricchi bonus per assumersi la responsabilità della situazione.Sony non è comunque lunica azienda nipponica di elettronica di consumo in difficoltà. Sharp, infatti, stima per lesercizio appena chiuso la peggiore perdita di sempre: circa 3,8 miliardi di euro.
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