da Seul
Giù le mani da mio fratello. Che sarà anche un poco di buono, ma sempre sangue del mio sangue è. Perché si sa che tra Corea del Nord, comunista, e la Corea del Sud, capitalista, i rapporti sono sempre stati duri. Anzi tecnicamente i due Paesi dall'armistizio del 1953 sarebbero ancora in stato di guerra. Ma se George W. Bush, alleato di Seul, dovesse seguire i consigli «di certe forze presenti negli Stati Uniti» che auspicano, come soluzione migliore, il rovesciamento del regime di Kim Jong Il «sorgerebbero immediate e serie divergenze con noi della Corea del Sud». Parola del presidente sudcoreano Roh Moo Hyun. Tra Seul e Washington adesso le cose stanno così: se rovesci il regime del Nord dovrai vedertela con noi. E tra i due alleati tira aria di crisi. Il monito è senza precedenti anche per brutalità. «Ma - aggiunge conciliante Roh Moo Hyun - dal momento che non ci sono segnali in tal senso, posso affermare che non esistono, per ora, divergenze tra i governi dei nostri due Paesi sulla necessità di risolvere, attraverso il dialogo, tutti i problemi sul tappeto con la Corea del Nord, a partire dalla crisi nucleare.
Sembra che tutto sia nato dalla visita a Seul di una delegazione americana guidata dal vicesegretario al tesoro Daniel Glaser. La missione, reduce da tappe a Macau e Hong Kong, considerate dagli Usa covi di banche e società legate a Pyongyang, ha illustrato a Seul, attraverso le prove raccolte, i motivi delle sanzioni finanziarie imposte l'autunno scorso da Washington sulla Corea del Nord per contraffazione di valuta pregiata e riciclaggio di denaro sporco ricavato dai traffici di droga e di armi di distruzione di massa. L'ambasciata americana aveva sollecitato Seul a fare altrettanto. Risposta: «Atteggiamento inappropriato ed esagerato. Ci auguriamo che gli Usa lo correggano». E gli Usa: «Non c'è alcun bisogno di modificare alcunché». Stilettate. Che traducono due filosofie. La Corea del Sud è consapevole dei gravissimi problemi del regime di Kim Jong Il ma non ne vuole il rovesciamento che sarebbe foriero di un disastro sociale ed economico per l'intera penisola coreana, convinto com'è che, attraverso il dialogo si possa arrivare ad una transizione morbida verso forme più democratiche. Gli Stati Uniti invece non vogliono escludere alcuna soluzione compresa quella militare.
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