Cornacchione: "Berlusconi è rock. Ma se va al Quirinale 7 anni di sventura"

Il comico è in tour con uno spettacolo intitolato "Silvio c’è?": "Ma ridono anche i suoi alleati"

Cornacchione: "Berlusconi è rock. Ma se va al Quirinale 7 anni di sventura"

Antonio Cornacchione, le dò una notizia - non so se per lei sarà buona. Lo sa che qui al «Giornale» ha un gruppetto di fan?
«Dove, lì al Giornale? Allora devo preoccuparmi...».

Ma no, è che lei diverte anche a destra.
«La mia aspirazione è fare una satira popolare. Piacere a tutti è impossibile, ma per un comico far ridere anche chi non è d’accordo con lui è una soddisfazione enorme».

Ci credo. Lei prende in giro Berlusconi e i suoi, eppure i berlusconiani doc non s’incazzano. Come lo spiega?
«Però, qualcuno s’incazza anche. Ed è giusto così. Tutto fa parte del gioco. E finché è un gioco, ci possiamo stare. Mi è stato anche detto che Povero Silvio! lo fa diventare simpatico e può andare a suo favore. Io credo che se qualcuno vota Berlusconi grazie alla mia satira, allora se lo merita».

Questa però è cattivissima. A proposito di cattiva satira: le è piaciuto Luttazzi?
«Innanzi tutto dico che Luttazzi voglio poterlo ascoltare. Il fatto che mi piaccia o no viene dopo il fatto che abbia il diritto di dire ciò che pensa. Poi c’è il telecomando: se non ti garba cambi canale».

Dopo la premessa, le è piaciuto o no?
«Lui ha fatto quella, come possiamo chiamarla... analogia... sì mi pare la parola giusta... Una cosa sulla quale si è soffermato a lungo. Magari un altro l’avrebbe risolta con una battuta di un secondo. Ha avuto la capacità di farci vedere quella situazione, una scena evocativa da grande attore. La differenza tra tutti gli altri comici e Luttazzi è che lui ha questo gusto dell’eccesso...».

Quindi, non le è piaciuto...
«Questo non l’ho detto. Dico che l’eccesso è il suo marchio di fabbrica: è Luttazzi».

Il suo invece è un Berlusconi dal volto umano, simpatico e un po’ cialtrone...
«È così. Berlusconi è multiforme, ha tante maschere».

Cioè?
«Quella del vittimismo, Povero Silvio!. Quella del comico che racconta le barzellette, quando elogia le bellezze femminili da grande cabarettista. La terza maschera traspare quando parla dei comunisti e della magistratura. Miseria terrore e morte. Oppure se s’incazza, come nelle intercettazioni».

E qual è quella vincente?
«Io le distinguo, ma la sua forza è che le usa tutte e tre. E insieme fanno il Berlusconi vincente di adesso».

In pochi giorni Cornacchione è spuntato a Raiperunanotte e Annozero di Michele Santoro. Nella sua mono-tonìa, è perfino simpatico. Il paradosso più curioso della faccenda è che il tormentone di Povero Silvio! - con il punto esclamativo - è nato a Zelig, su Canale 5. Ora sta portando in giro per l’Italia uno spettacolo che s’intitola Silvio c’è? con il punto di domanda.

Dopo quello dell’ultimo «Annozero» intitolato «Ha vinto lui?» che ha indispettito Emilio Fede, ci si mette anche lei con i punti interrogativi?
«Lo spettacolo è nato sei mesi fa. Ho voluto dare uno spiraglio di speranza, perché se ci metto il punto esclamativo a sinistra si suicidano».

La verità è che un certo mondo culturale mette in dubbio la realtà. Come direbbe Luttazzi, siete dei defecatori di dubbi.
«Già: defecatori di dubbi. Ma lasciateci almeno il dubbio, perché le persone che non ne hanno spesso finiscono male».

Comunque sia, è una punteggiatura comunista, punto esclamativo.
«Allora rivalutiamo la virgola, che invece è rutelliana. Rutelli ha fatto un partito che si chiama Api, e quando è andato a presentarlo da Vespa mi è venuto lo shock anafilattico».

Chi viene a vedere il suo spettacolo?
«Anche gente della Lega e di destra. Anzi, se dovessi dare un consiglio a Berlusconi, gli direi di non fidarsi troppo dei suoi alleati perché i leghisti e quelli di An ridono molto».

Il suo tour si sofferma in Toscana e Emilia Romagna: non le converrebbe uno spettacolo sul Pd che ormai è diventato un partito appenninico?
«Già: Toscana e Emilia sono le zone dove la sinistra resiste. Anche se la Lega vuole dar la spallata perché per Bossi lì c’è il buco nero della democrazia. Per adesso, però, il buco non è stato ancora riempito».

Qui siamo in zona Luttazzi. Ma lei parla del Pdl come del partito del dire, del fare e soprattutto del baciare. Gli ultimi scandali però insegnano che baciano tutti molto, a destra come a sinistra.
«È un fatto evidente. Solo che nel centrodestra c’è una difesa, teorica, della famiglia che contrasta con la pratica e il vizio corrente. Probabilmente, il vero capo della sinistra è Berlusconi».

Prego?
«Se uno immagina la sinistra come amore libero, tolleranza sessuale e festa continua, Berlusconi è perfetto».

È un leader libertario.
«E libertino. Dell’amore libero si fa un vanto, alle feste a Villa Certosa c’è sesso droga e... Apicella... Silvio è il vero erede del ’68».

Nel 2009 «Rolling Stone» l’ha eletto rockstar dell’anno.
«Sicuramente Berlusconi è rock».

In confronto, D’Alema e Bersani...
«Sono più rigorosi e severi, dei conservatori. Quasi dei leader di destra».

Comunque, il suo peccato è aver partecipato a due processi tv contro il premier.
«Siccome non si riescono a fare in tribunale, allora si fanno in televisione».

Ma in tv non si rispettano le regole, i testi della difesa e quelli dell’accusa sono sbilanciati, il giudice è di parte...
«Però ci sono gli avvocati. Ghedini, Belpietro e Sallusti: i tre cavalieri dell’Apocalisse. Ballarò, per esempio, ha inventato la Polverini... La destra è sempre ben rappresentata. Piuttosto sono io a dovermi lamentare perché come supporter ho ricevuto meno di Capezzone...».

Senta, Cornacchione, adesso il suo Berlusconi si sente un po’ meno vittima...
«Vista la sua situazione, i comunisti sono spariti. E i delusi del Pdl hanno votato Lega, così tutti quei voti rimangono in casa. Gli è andata bene anche questa».

E può puntare al Quirinale...
«È la sua aspirazione. Ancora sette anni di Silvio... Mi domando chi è che ha rotto uno specchio così grande...».

Quindi Silvio c’è e ci sarà...
«Se gli riesce questa manovra, sì».

Lei comunque è contento che ci sia, altrimenti...
«C’è tanta gente che si preoccupa per me, ma non vorrei che votasse Berlusconi solo per farmi lavorare. Voglio rassicurare tutti: ci sono altri obiettivi satirici».

Per esempio?
«Se la destra fosse così magnanima da cedere le redini del potere

alla sinistra, potrebbe fiorire una satira di segno opposto».

Però, intanto, lei se la gode e dovrebbe cantare meno male che...
«Silvio c’è... Però, con il punto di domanda».
Il solito comunista.

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