Fabrizio Graffione
C'è vento su Cornigliano. La polvere di carbone pizzica ancora in gola. Tappa le narici. Un odore acre. Un gusto acido in bocca. Un sudario di zucchero nero sopravvive dove per mezzo secolo l'industria siderurgica italiana ha scaricato decine di migliaia di tonnellate di minerale. Basta girare l'angolo tra le rotaie e i capannoni di lamiera che stanno cadendo a pezzi e ci si trova di fronte al cuore della rivoluzione metallurgica italiana. L'altoforno che una squadra di marziani, armati di tute ignifughe e arnesi di fuoco per tagliare il metallo, sta smantellando, è ancora lì. È al centro della lunga striscia di fabbrica, porto, attracchi e serbatoi di gas che dalla Fiumara arriva quasi fino allo Sheraton dell'aeroporto.
È la prima volta che i giornalisti possono vedere il mostro che ha avvelenato Cornigliano. Quello che, invece, all'inizio degli anni Cinquanta, il sindaco Pertusio aveva inaugurato come un impianto all'avanguardia in grado di dare lavoro a diecimila persone. In grandissima parte tute blu. Altrettante famiglie e altrettanti posti di lavoro per l'indotto. In tutto quasi cinquantamila persone. Una città.
L'occasione è la presentazione di «Mut-Azione» una serie di spettacoli, concerti e percorsi espositivi che cominciano a metà giugno. Lì, a due passi dal gabbiotto d'entrata, dove un paio di guardiani si aggirano come fantasmi nella cittadella dell'acciaio fantasma, a luglio arriva il Carlo Felice, il festival della musica giovane Goa Boa, il teatro Cargo. Metà spettacoli all'aperto, di fronte al rimessaggio delle locomotive. L'altro al coperto, in un capannone che non gli daresti quattro soldi, ma che è stata la stiva della carpenteria e dei ponteggi dell'impianto siderurgico per mezzo secolo. Affascinante, quindi, pieno di storia. Dai mattoni rosso scuro, sporchi di polvere nera e grasso e quelle volte realizzate con robusti pezzi di ferro dritti, ci sono passati in tanti. Comprese le Brigate Rosse che negli anni Settanta la facevano quasi da padrone. Almeno fino a quando, grazie anche al coraggio del sindacalista Guido Rossa, assassinato poi dai terroristi, si riuscì a smantellare, partendo proprio da Genova, l'organizzazione di comunisti armati.
Il presidente della Regione, Claudio Burlando, annuncia di avere parlato poche ore prima con il suo collega pugliese Vendola. Il caldo e l'attività fusoria rimangono a Taranto. Si prevede un aumento dei posti di lavoro di 5.000 unità. A Genova rimane il freddo con i laminati e le altre lavorazioni di rifinitura. Fra tre anni, allo scadere della cassa integrazione, probabilmente si riuscirà a riconquistare quota tremila occupati. Il presidente della Provincia, Alessandro Repetto, paragona il quartiere genovese con Bagnoli ed è contento che all'ombra della Lanterna non si stia facendo un pasticcio come a Napoli. Il sindaco Beppe Pericu ricorda gli sforzi di palazzo Tursi nella trattativa per la cessione delle aree e quelli per gli interventi sulla bonifica.
Poi gli amministratori se ne vanno. Rimane il direttore della società per Cornigliano, incaricata di realizzare il miracolo per il ponente nel giro di cinque anni, dalla strada per liberare lo strozzamento del traffico nella delegazione, al parco ludico, agli spazi espositivi, culturali, musicali. Al suo fianco l'architetto Marco Casamonti. Una concezione sensibile, da artista della matita, ma anche pratico, consapevole della difficile situazione. Entrambi convinti della riscossa del quartiere e della città sul disastro ecologico e strutturale provocato dal mostro. Insieme per stimolare tutti a partecipare a iniziative, dare commenti, consigli, incoraggiare discussione per la rinascita. Lo slogan è soltanto uno: «Cornigliano come Berlino - dice Casamonti - Postdam Platz come le aree siderurgiche destinate al recupero per il pubblico. Da fine luglio nei pressi del palazzo della Cgil installeremo un Infopoint con tutte le iniziative in corso. Ci sarà anche un plastico, come a Berlino, dove la gente potrà entrare e sostituire pezzo per pezzo il progetto originale fornendo altre idee. Un sistema collaudato con successo dai tedeschi».
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