"Mi sa che abbiamo incastrato Stasi"

L'sms di Paola Cappa a un ragazzo di Milano. Si indaga tra gli amici di Sempio

"Mi sa che abbiamo incastrato Stasi"
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Gli amici di Andrea Sempio potrebbero non avere detto tutta la verità, quando vennero interrogati durante le prime indagini sull'omicidio di Chiara Poggi. Agli atti della nuova indagine sul delitto di Garlasco ci sono tabulati telefonici che mettono in discussione la versione fornita diciotto anni fa dai due (allora) ragazzi agli inquirenti. Ed è in quella contraddizione che si celano i motivi che ora portano la Procura di Pavia a scavare in profondità sui due: Roberto Freddi e Mattia Capra, perquisiti l'altroieri mattina. I loro telefoni e i loro computer sono da ora all'esame degli specialisti informatici dei carabinieri, nella speranza che diano risposte più chiare di quelle fornite finora dai loro proprietari.

Un ristretto gruppo di amici: Sempio, Freddi, Capra, Alessandro Biasibetti, Angela Taccia oggi avvocato difensore di Sempio. Erano la cerchia di Marco Poggi, fratello minore di Chiara. É lì che frugano le nuove indagini, nella convinzione che se Sempio ha davvero ucciso Chiara, qualcosa gli altri debbano avere capito: almeno sui rapporti tra l'amico e quella ragazza tanto più grande di lui.

Tutto il resto, per ora, è rumore di fondo: in una giornata di indagini alimentata da scene e da voci difficili da inquadrare. Il martello che affiora dal fosso di Trumello, e che in realtà pare non sia nemmeno un martello. Sempio che viene convocato in caserma per riprendere un telefono sequestrato la mattina prima. Messaggi vecchi di diciott'anni che ritornano a galla, come quello di una delle gemelle Cappa - cugine della ragazza uccisa - che dice a un amico «abbiamo incastrato Stasi». Il filmato di Stasi e di una delle Cappa che si abbracciano dopo i primi interrogatori, con lui che racconta la scena del delitto: «Chiara come era?» «Era pancia in giù sulle scale e proprio un flash, poi sono scappato via».

Nulla, come si vede, che aggiunga nulla alla nuova indagine. La stessa ricerca nel fosso di Trumello è poco più che un atto dovuto, non si sa neanche bene cosa cercare, la testimonianza è vaga e soprattutto non si è mai capito bene con che attrezzo Chiara Poggi sia stata colpita. E comunque non esiste una pista che porti verso le gemelle Cappa, perchè è impensabile che siano state complici di Sempio: troppo più grandi, altra generazione e altri giri, forse nemmeno si conoscevano. Sempio, questa è la convinzione della Procura di Pavia, è il vero colpevole. Se ha avuto degli aiuti, li ha avuti nella sua cerchia.

Che la Procura sia certa della colpevolezza di Sempio - e di rimando dell'innocenza di Alberto Stasi - lo conferma l'allargamento del pool addetto al caso Garlasco: al procuratore aggiunto Stefano Civardi e al pm Valentina De Stefano si è aggiunta la pm Giuliana Rizza, e questo (in una Procura che ha solo otto pm) dà il senso della decisione con cui gli inquirenti vogliono marciare nella direzione presa.

La direzione presa porta lì, verso quel gruppetto di adolescenti che nell'estate di diciotto anni fa si trovarono investiti da una tragedia più grande di loro. Sempio era uno di loro: il più ombroso, il più solitario. Ma anche lui nel gruppo che doveva partire per la Toscana il 20 agosto. Quando Chiara muore, suo fratello Marco è con i genitori in Trentino. Freddi e Capra invece sono a Garlasco. É a Garlasco, nelle ore cruciali del 13 agosto, che si intrecciano i contatti tra loro e Sempio. A partire dalle 9,58, cinque contatti.

Almeno due di questi, alle 11,10 e alle 11,59, avvengono quando Sempio secondo il suo alibi si trova a Vigevano a cercare un libro, ma il suo telefono aggancia la cella di Garlasco. Quando vengono interrogati nel 2008, Freddi e Capra raccontano di non essersi mossi da Garlasco ma non parlano dei contatti con Sempio. Che invece ci sono stati. Dov'era, in quel momento, il loro amico?

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