da Roma
Quasi unanimi in Italia le dichiarazioni di solidarietà ai tibetani e di condanna alla Cina. Secondo Roberto Calderoli (Lega Nord) «è sconcertante, al giorno doggi, vedere ancora la mancanza di democrazia da parte di alcuni Stati comunisti che non esitano a trucidare popoli pacifici come quello tibetano: stati comunisti, come la Cina, dove, purtroppo, i nostri attuali rappresentanti di governo vanno spesso e volentieri». «Un Paese come la Cina - prosegue Calderoli - che non rispetta i diritti umani, non merita di ospitare i Giochi olimpici». Dal canto suo Gianni Vernetti, sottosegretario agli Esteri, rivolge «un appello alla Repubblica popolare cinese affinché si ponga fine alla violenza e venga interrotta la repressione delle manifestazioni pacifiche di migliaia di tibetani e avviato un dialogo positivo tra le parti». Il leader del Pd, Veltroni, si augura che «il governo cinese ascolti le parole preoccupate della comunità internazionale e rinunci alluso della forza». Secondo Gianni Alemanno (An) «se la repressione continua si abbia il coraggio di mettere in discussione anche le Olimpiadi a Pechino. Quando il Dalai Lama venne in Italia, il governo di centrosinistra, cedendo al ricatto di Pechino, fece di tutto per minimizzare la sua visita». Un boicottaggio dei Giochi è stato proposto anche da Riccardo Villari (Pd).
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