Può trarre in inganno la fascetta che accompagna La cura dei sogni di Paolo Bianchi (Salani, pagg. 238, euro 12,50): «Tre metri sotto terra: il romanzo italiano sui trentenni di oggi». Al di là dellallusione ironica a Giuseppe Moccia e ai suoi adolescenti innamorati, infatti, la storia si svolge per la maggior parte sopra il livello terrestre: tanto sulle impalcature che a Brera (mai indicata con il suo nome) aiutano tre protagonisti, su quattro, a restaurare dipinti deteriorati quanto, metaforicamente, nei cieli dellarte, territori più facili da attraversare, per chi è esperto, rispetto a quelli della vita vera, molto più crudele e aggrovigliata.
Come in un gioco di specchi, quattro persone si fronteggiano, intrecciano i loro percorsi di vita e di lavoro, rischiano di perdersi: da una parte, i restauratori Simone, Eugenia e Desiré; dallaltra, il gigolò Andrea. Desiré e Andrea vivono, agiscono, si tuffano nel mare della realtà; Simone ed Eugenia sono indecisi, restano ai margini, sulla riva, preferendo i sogni (Simone è innamorato di Eugenia ma la sua passione è platonica, romantica) o gli incubi (Eugenia mortifica il suo corpo desiderato dagli uomini infliggendosi piccole ferite) alla realtà. Anche Andrea, in apparenza il più concreto di tutti, ha un sogno: accumula denaro, vendendo il proprio corpo, per restaurare una barca e partire, lasciandosi finalmente alle spalle le bruttezze del mondo. Come recita la citazione di Lucrezio posta allinizio: «E qualunque sia lo scopo al quale ci si dedichi con passione \ sono generalmente le stesse cose che ci sembra di incontrare nei sogni». Passioni, sogni e desideri che hanno comunque a che fare con il massimo della concretezza umana, il corpo.
Il corpo gioca un ruolo centrale nella vita dei personaggi, anche in Desiré, forse la più sfumata del gruppo: per Andrea il corpo è uno strumento di lavoro; per Eugenia unoppressione da scalfire, ferire: «La ferita \ le mandava tenui e pervicaci fitte di dolore a ogni passo, un dolore che alleggeriva il cammino, finché diventava un sottofondo indolenzito che alloccorrenza la distoglieva dalle fantasie meno felici»; per Simone la riprova del suo sentirsi sgraziato, fuori posto, a disagio, la sua perenne indecisione. La cura del titolo, per tutti, sarà di realizzarli, i sogni, nel più estremo dei modi: Andrea, a forza di truffe e marchette, salpa per le isole greche, ma il suo corpo si ribella e lo costringe a tornare a casa, prostrato; Eugenia tenta la violenza finale su se stessa, il suicidio; Simone finalmente si lascia andare ai piaceri della carne e parte per il più tipico paradiso sessuale, Cuba, rischia di venir derubato, trova lamore o qualcosa del genere e ritorna al suo mondo con una nuova consapevolezza di sé. Alla fine delle loro avventure in comune, quando tutti e quattro capiscono che «non hanno più bisogno né di parlare né di dirsi niente...
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