Corre l’energia, frenano i bancari

Impregilo risente del caso Campania

Chiusura contrastata per le Borse, paralizzate dall’inarrestabile corsa del petrolio balzato ieri sopra la soglia dei 132 dollari il barile. A Milano il Mibtel ha registrato un calo dello 0,02% e l’S&P/Mib una riduzione dello 0,17%. Ben comprati i titoli del settore petrolifero, mentre sono stati venduti i bancari. Il nuovo record del petrolio avvantaggia Eni (+ 2,75%), il titolo più scambiato con oltre 1,3 miliardi di controvalore, mentre Saipem sale del 2,7%. I bancari hanno accusato il crollo di Ubs, penalizzata dalla notizia che l’istituto ha venduto una divisione a Blackrock a un prezzo più scontato rispetto a quello annunciato in precedenza. Bpm ha lasciato sul parterre l’1,97%, Mps l’1,9% e Unicredit il 2,3%, risentendo anche dell’abbassamento del target di prezzo a 6,1 da 6,3 euro da parte di Goldman Sachs; Intesa Sanpaolo, infine, ha ceduto l’1,4%, dopo che Crédit suisse ha tagliato la valutazione del prezzo obiettivo a 5,3 da 5,6 euro. I titoli delle costruzioni ripiegano dopo un periodo positivo: in particolare, Impregilo ha perso il 5,74% per il timore che il Consiglio dei ministri non avesse incluso la realizzazione del termovalorizzatore di Acerra nel decreto legge con il quale si affronta l’emergenza rifiuti in Campania. Chiude invece stabile Alitalia (+0,18%) nel giorno del cda straordinario. Tra gli industriali deboli Fiat (-2,82%), Pirelli (-1,62%) e Stm (-2,05%). Fra le Tlc, Telecom Italia cede lo 0,51%, Fastweb l’1,38%.

A Francoforte crolla Infineon (-7%) e vendite molto sostenute su Bmw (-4%) e Lufthansa )-3,4%). A Parigi male i titoli dell’auto con Peugeot (-4,6%) e Renault (-3,2%). A Londra tracollo per i finanziari con Rbs (-4,8%), Alliance & Leicester (-4,3%), Old Mutual (-4,1%) e Aviva (-3,9%).

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