Correnti e poca trasparenza Pd diviso pure nell’autocritica

E per il Pd del Lazio venne il giorno dell’autocritica. Ieri i lavori della direzione regionale del primo partito del centrosinistra sono stati l’occasione di fare un bilancio (deficitario) delle ultime regionali. Tutti a caccia dei motivi di una sconfitta che nessuno si attendeva. Il segretario regionale Alessandro Mazzoli, aprendo i lavori, ha ammesso: «Sulle liste tutti potevamo fare di meglio e di più, ma sapevamo che puntare sull’esperienza amministrativa avrebbe dato delle conseguenze. Però l’assenza di donne tra gli eletti è un fatto molto grave che contraddice gli stessi principi fondativi del Pd». «Non faccio certo una colpa a chi ha raccolto i voti - ha aggiunto Mazzoli - ma questo modello che fa ruotare il Pd attorno ad alcune personalità è inadeguato. Serve una rete di tutti entro la quale si innesti la rete dei singoli. L’assenza della lista del Pdl ha imposto ai nostri avversari una campagna assai unitaria, stretta attorno alla Polverini. La nostra campagna lo è stata di meno. L’unico risultato positivo è quello di Roma». Un disastro invece nelle province: «Serve un gruppo dirigente realmente regionale, perché il lavoro che abbiamo prodotto non è ancora sufficiente, e poi bisogna capire cosa siamo e come siamo percepiti. Evitiamo le letture del genere è sempre stato cosi, perchè non è vero».
Spietata l’analisi del deputato Roberto Morassut: «Abbiamo perso e abbiamo perso male. Dobbiamo superare non il pluralismo ma il correntismo personale. È chiaro che non si può criminalizzare chi porta voti ma, e mi dispiace dirlo, stiamo diventando non un partito ma un insieme di comitati elettorali». Poi una critica a Mazzoli: «Bonino si è battuta con tutte le sue forze ma è ingiusta quando dice che è stata sostenuta solo da una parte del Pd. Forse in quella occasione una parola del segretario regionale ci sarebbe stata bene, perché il mazzo ce lo siamo fatto tutti». La crisi del pd nel Lazio è una questione anche generazionale per deputato Ileana Argentin: «Le liste sono state stilate male, non competitive, e hanno favorito solo i candidati indicati.

Un voto sporco, senza trasparenza. Abbiamo bisogno di una pulizia etica. In questo momento serve una nuova classe dirigente, innovata e rinnovata, in grado di guidare il partito all’opposizione dando regole chiare, ribadendo il valore etico del Pd».

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