Al principio mi innervosivo e basta, con le correzioni automatiche del nuovo iPhone, le trovavo invasive e fastidiose, maledicevo la Apple, era tutto uno scrivere e correggere e riscrivere, e non cè la possibilità di disabilitarlo, come con il T9 dei Nokia, finché darwinianamente non mi sono adattato, e ho capito che Steve Jobs vi ha introiettato una saggezza tecnologica raffinatissima. Le sostituzioni del nuovo Os4 delliPhone, infatti, non sono mai casuali, sono rimandi metaforici surrealisti, spesso rivelatori, e se poi nellincertezza onomastica chiedete i suggerimenti ne vengono fuori alcuni di cui sarebbe andato fiero perfino André Breton.
Se scrivete Moccia, per esempio, liPhone ti scrive Moccio, e se ci pensi va benissimo. Saviano diventa Saniamo, Scurati è Scuriti, Desiati è Desisti, la Parrella una Parcella e la Avallone te la stacca in A Vallone, alla romana, «A Valloneeee!». Non ponetevi problemi, lasciate fare alliPhone, perché Steve Jobs è un genio: se leggete un articolo di Repubblica di DAvanzo diventa «Hai letto Lavanzo di oggi su Repubblica?», Paolo Mieli è Parlo Miele, i fondi di Sartori diventano fondi di Sartoria, e Padellaro viene immediatamente sostituito da Padronato. Se citate Busi viene fuori Nudi, e quindi «Ragazzi miei, avete letto Nudi?». Se scrivete Vattimo, state attenti, liPhone lo sostituisce con Battono, da non citare quindi mai insieme a Busi, per carità, altrimenti rischiano di esserci solo due che battono nudi senza capire chi.
Sulla politica liPhone va forte, dovrebbero usarlo tutti i giornalisti: Bocchino si trasforma in Becchino, Fini in Finì, Tulliani in Tulipani, e se vuoi scrivere una frase tipo «Hai sentito cosa ha detto Bocchino di Fini tra i Tulliani?» suona come un funerale. Vendola è una Pendola, al massimo una Ventola, Casini è una Casina o un Casino, la Bindi ogni tanto si trasforma in Bondi e Bondi in Bindi e ti viene il dubbio che alla fine siano la stessa persona dello stesso sesso da una parte e dallaltra, come ho sempre pensato di Severgnini e Riotta, mai riuscito a distinguerli, i quali per liPhone sono Svergini e Ripeta, e chissà chi dei due entra prima e chi dopo, per ripetere. In televisione la DUrso è Duso oppure Durlo, credo dipenda dalla scollatura o dai centimetri dei tacchi, Floris si chiama Gloria, sarà amico di Marrazzo che a me sembra una persona educata e invece liPhone dice che è un Marrano e che Capezzone è un Capellone, Mentana una Mentina o una Menata, Santoro è Snaturo e Annozero si chiama Annoderò, probabilmente il collo di Masi, che infatti risulta sempre Maso.
Tenete presente che il sesso sulliPhone è solo per necrofili, i capezzoli diventano «capezzale», le tette «tetre», il culo «cupo», le grandi labbra «la grande lebbra», e non cè da stupirsi se al posto di fica viene «fifa» («Hai visto la Senicar? Mamma mia che fifa!»).
Per quanto riguarda leditoria, anche qui il suggeritore intelligente fa riflettere: la Mondadori è la Mondatori, nel senso che è piena di autori che andrebbero mondati o mandati a Fanciullo, come scrive liPhone, e prima o poi passerano alla Rizzoli, che tuttavia è Ruzzoli («Hai sentito? È andato a Ruzzoli!»), e il mio editore non è la Newton Compton ma la Newtown Compton, forse perché da non molto tempo si è trasferita in un sontuoso ufficio in via Panama con le immagini alle pareti dellillustratore del New Yorker e sembra di stare a New York, benché già alla Longanesi siano Londinesi e se pubblichi per Guanda finisci in Uganda.
Non si capisce, è vero, come mai vengano spesso sostituite parole esistenti con altre parole comuni. Se scrivete «Mi chiami?» liPhone scrive «Mi chiamo?» ma forse non ha torto neppure lì, perché ognuno chiama un altro chiamandosi, per parlare con se stesso. Certo, non potete dire a nessuno «Mi hai rotto i coglioni» perché immancabilmente liPhone vi scrive «Mi hai rotto i ciglioni» e se non siete Valeria Marini o un trans di Marrano non ha senso.
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