da Milano
È almeno la terza volta che Antitrust e compagnie petrolifere entrano in rotta di collisione. Nella prima lAutorità aveva preso di mira i disincentivi applicati ai gestori di carburante che si allontanavano dal prezzo consigliato: il 18 giugno del 2000 aveva deciso una multa per 640 miliardi a otto compagnie, ma il Consiglio di Stato aveva dato ragione ai petrolieri con una sentenza di appena un anno dopo, il 21 giugno 2001. Il secondo round era arrivato sul «jet fuel», il carburante per gli aerei: istruttoria, conclusione, sanzioni. Che secondo lAntitrust non erano bastate: così è partito un procedimento per inottemperanza (i petrolieri continuerebbero ad accordarsi), che prevede il raddoppio delle multe. E ieri è arrivato il terzo «assalto».
Riuscirà il presidente dellAuthority, Antonio Catricalà, a evitare il ripetersi della prima sconfitta del 2001? Il fatto che il periodo messo sotto osservazione sia partito dallottobre 2004 dovrebbe aver dato qualche freccia in più allAutorità, che per concludere listruttoria ha tempo fino al 31 marzo 2008. Il mercato è «troppo» trasparente, soprattutto per le compagnie: linformazione sui prezzi si trasforma in un boomerang per i clienti, che non sono interessati al prezzo-base, ma a quello che pagano al distributore di benzina.
Ma secondo un importante esperto del settore che ha chiesto di restare anonimo, il compito che si è prefisso Catricalà sarà tuttaltro che facile. E avverte: «Nella prima indagine lAntitrust era andata fuori bersaglio, non cera davvero stata alcuna intesa, di questo ne ho la certezza, ed era stata sconfitta. Oggi non so come siano andate realmente le cose e non posso pronunciarmi a priori. Però i prezzi partono da un listino internazionale (quotazioni Platts), i cambi euro-dollaro valgono per tutti, i costi di raffinazione sono molto vicini per tutte le compagnie, e anche i costi di distribuzione di una rete inefficiente non sono diversi tra di loro: alla fine il risultato del prezzo al pubblico non può che essere uguale per tutti».
«LAntitrust sostiene la teoria della connivenza, che in passato non cè stata e che sarà difficile dimostrare ora - sostiene lesperto -. Su un prezzo della benzina a 1,219 euro, il costo industriale è solo del 37%, pari a 0,452 euro, che possono diventare 0,450 o 0,453 a seconda dellefficienza delle imprese. Poi cè un 63%, pari a 0,767 euro, di accise cui si somma lIva, un vero obbrobrio fiscale. Io mi metto nei panni dei consumatori che vedono scendere il prezzo del petrolio, ma molto meno quello della benzina.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.