Cronaca locale

La corsa ai saldi scatta già dal 5 gennaio

I negozianti chiedono anche il permesso di aprire domenica 8 senza «bruciare» un bonus

Marcello Chirico

La decisione definitiva verrà presa giovedì prossimo, durante l’ultima giunta regionale del 2005, ma l’esito appare pressoché scontato: quest’anno i saldi invernali scatteranno già giovedì 5 gennaio, anziché il primo sabato del mese come solitamente avveniva negli anni precedenti. Più che una novità, l’anticipo di 2 giorni delle vendite «scontate» è stata valutata al Pirellone come un’opportunità tesa a rabbonire l’intera categoria dei commercianti, letteralmente insorta alla notizia dello slittamento del blocco del traffico dalla giornata dell’Epifania appunto a sabato 7.
«Pensavamo che il commercio e il rilancio dell’economia fossero importanti per la Lombardia, ma evidentemente non è così» è stata l’immediata reazione, decisamente stizzita, del vicepresidente dell’Unione del Commercio Renato Borghi alla comunicazione del cambio di data. «Fra il 6 e il 7 - ha spiegato subito Borghi - francamente era molto meglio mantenere il blocco nel giorno della Befana». Da qui, l’auspicio «che la Regione torni sui suoi passi».
E proprio per evitare la frattura tra la potente categoria degli esercenti commerciali e la Regione, l’amministrazione lombarda si è inventata questa possibile soluzione: due giorni in più di saldi rispetto al consueto calendario in cambio del consenso dei negozianti al blocco anti-smog di sabato 7, voluto dal governatore Formigoni proprio per evitare problemi ai cittadini lombardi, intenzionati a trascorrere fuori porta il weekend della Befana, o a coloro che decidessero di rientrare in città nella giornata di domenica. E per indorare la decisione anche ai commercianti, ecco appunto il do ut des: saldi anticipati. Con in aggiunta pure un altro «regalo»: la possibilità di non vedersi bruciare alcun «bonus» per l’apertura degli esercizi anche la domenica 8 gennaio. In pratica, otto sono i «bonus» a disposizione di ciascun commerciante da utilizzare nel corso dell’anno, e otto dovrebbero restare (calcolando che in quest’ultimo dicembre non l’hanno potuto usare).
Il condizionale però è d’obbligo poiché quest’ultimo particolare sarà oggetto di discussione proprio nella riunione di giunta di giovedì. E, secondo indiscrezioni filtrate dal Pirellone, il governatore - seccato dall’atteggiamento dei commercianti - non sembrerebbe molto propenso a concedere loro ulteriori regali. «Senza sacrifici, la lotta contro il pm10 non avrebbe successo» era stata la sua replica pre-natalizia alla levata di scudi della categoria del commercio. «Mi sembra chiaro - aveva aggiunto Formigoni - che chi voglia fare shopping lo potrà fare pure sabato 7 servendosi dei mezzi pubblici. La lotta a favore dell’ambiente ha bisogno della disponibilità di tutti per essere seria». Un riferimento neanche troppo velato ai commercianti.
Coi quali si schiera però l’assessore milanese al Commercio Roberto Predolin, secondo il quale «fissare a sabato 7 il blocco delle auto è sbagliato comunque: perché Milano sarà comunque più vuota del solito e perché si andrebbe ad intralciare il rientro in città di chi volesse tornare in città con 24 ore d’anticipo. L’ideale sarebbe quindi spostarlo a domenica 15, in modo così da ottenere effetti positivi sul fronte della lotta all’inquinamento».

A Formigoni l’ardua sentenza, che però sembra già presa.

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