Politica

Corsa dai notai, «Riformista» contro Bertinotti

da Milano

Adesso il campanello d’allarme sulle successioni squilla a sinistra. Anche Il Riformista si è accorto che nel ceto medio serpeggia il timore di un inasprimento fiscale sulle successioni e sui patrimoni in caso di vittoria del centrosinistra alle prossime elezioni del 9 e 10 aprile. Per il quotidiano arancione «la ridda di voci sulle tasse di successione» e il «balletto di cifre sulle aliquote sulle rendite finanziarie» sono le due scintille che hanno riacceso «il vecchio cliché di una sinistra tassatutto». Cliché che tanto vecchio non è, visto che lo stesso Riformista parla di un «effetto Bertinotti» che da Roma e Milano si sta allargando anche tra Como, Varese e Bergamo, e soprattutto perché sono gli stessi esponenti locali del centrosinistra a parlare di autogol di Prodi e compagnia: «La scelta di parlare di tasse a pochi giorni dal voto è stata pessima. Ha spaventato la nostra gente e ha rimesso in gioco Berlusconi e Tremonti».
Secondo quanto riportato dal Corriere di Como, scrive il giornale vicino a Ds e Margherita, i notai del capoluogo lombardo confermano la crescente tendenza di accelerare le pratiche di donazione di beni immobili a figli e parenti, peraltro già confermata più volte dal presidente del Consiglio nazionale del notariato, Paolo Piccoli. «Le richieste sono aumentate in modo sensibile da un mese e mezzo», racconta un notaio, «in molti casi prevale la paura che i figli siano costretti, al momento di ereditare un bene di famiglia, a pagare tasse magari proibitive», gli fa eco un collega. La sostanza non cambia se da Como ci si sposta in Brianza, poi a Como e a Varese: «Inutile negarlo, l’impennata c’è. Molti clienti e vogliono anticipare l’atto di donazione prima che cambi la legge».
Inutile chiudere la stalla e negare l’evidenza, adesso che i buoi cercano di scappare. L’errore dell’Unione, secondo Il Riformista, è stato quello di non essere in grado di «parlare la lingua dei ceti medi» e di non aver saputo «interpretare il malessere» in materia fiscale del cosiddetto «ricco nord produttivo». Un nord che, in qualche circostanza e a dispetto della memoria corta del Riformista («qui la sinistra non ha mai vinto da quando c’è Berlusconi e la Lega») qualche volta ha scelto anche di dare fiducia ai partiti dell’Unione (vedi il Comune di Bergamo e la provincia di Milano nel 2004, per non parlare di Monza nel 2002).

Una scelta che forse oggi in molti non rifaranno.

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