Corsa a ostacoli per il cavallo di Leonardo

Il Comitato del no: «Il trasferimento causerebbe la morte del galoppatoio»

Il trasporto del cavallo di Leonardo fa discutere la città, oltre ogni previsione. Dopo l’annuncio dell’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo dell’imminente trasloco della gigantesca statua in bronzo - dall’Ippodromo del Galoppo al Castello sforzesco - comitati, studiosi, consiglieri comunali si sono mobilitati per far sentire la propria voce. Ieri durante la conferenza stampa congiunta dell’assessore Cadeo, del collega alla Cultura Vittorio Sgarbi e di quello ai Lavori Pubblici Bruno Simini sono intervenuti anche i rappresentanti del «Comitatone per la salvaguardia degli ippodromi di San Siro» che sostengono che il trasferimento della scultura causerebbe la «morte» del Galoppatoio, dichiarato nel 2004 monumento nazionale e primo in classifica nel censimento del Fai «I luoghi del cuore». Dello stesso parere Laura Molteni, ex consigliere comunale della Lega: «Il comune, al posto di pensare a spostare opere investa oggi sull’Ippodromo con iniziative culturali e sportive». Provocazione che gli assessori colgono al volo, rispondendo in coro: «Il comune si impegna a valorizzare l’Ippodromo, ma questo è un altro discorso».
Nel partito dei contrari compare anche la studiosa Luisa Cogliati Arano: «Il cavallo è un cosa da lasciare all’Ippodromo, gli americani lo hanno lasciato a Milano perché non sapevano cosa farsene in America. Non fatelo venire al Castello perché facciamo ridere il mondo intero».
Non la pensa così il Sovrintendente per i beni architettonici Alberto Artioli: «Innanzitutto non si tratta del cavallo leonardesco, ma di un omaggio agli studi sui cavalli di Leonardo, così come il castello è una replica dell’originale, essendo stato ricostruito nell’800. I milanesi non conoscono la statua che è chiusa in un luogo privato, è giusto dunque che la città se ne riappropri». Entusiasti dell’idea i rappresentanti della Fondazione «Leonardo’s da Vinci Horse» che regalarono al Comune la statua nel ’99 e che vedono nella nuova sede espositiva un’occasione per la sua valorizzazione.
Al di là delle polemiche il cavallo verrà spostato, come ribadisce seccamente Maurizio Cadeo: «Sono stato incaricato dal sindaco Moratti di occuparmi dello spostamento del cavallo e vado avanti per la mia strada. L’amministrazione ascolta con attenzione tutti ma poi prende le sue decisioni assumendosene le responsabilità». Soddisfatto Sgarbi che ritiene che il Castello possa essere il luogo ideale: «Starà benissimo in mezzo ai bambini nel cortile del Castello, allo stesso tempo verrà valorizzata la funzione comunicativa della scultura come simbolo dell’Expo». L’assessore ai lavori pubblici Simini sta già pensando al viaggio: «Ci fa gioco l’esperienza maturata con il trasporto del Toti.

Per organizzare il trasferimento, che avverrà un notte a fine luglio, convocheremo un tavolo con tutti gli enti interessati, Aem, Mm, vigili urbani. Spostare la statua, trasportarla, sistemarla nella nuova sede dovrebbe costare circa 100mila euro ma sto cercando uno sponsor perché voglio che per il comune l’operazione sia a costo zero».

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