Economia

Una corsa a ostacoli durata 13 mesi sempre in attesa di un sì da Bruxelles

Nel maggio dello scorso anno l’azzeramento dei vertici della compagnia. L’aviolinea ha pochi mesi di vita e rischia il fallimento senza una iniezione di liquidità

da Milano

Una corsa a ostacoli lunga 13 mesi. Nelle turbolenze che hanno investito la compagnia nei primi mesi dello scorso anno, è, infatti, il 6 maggio 2004 che si apre un nuovo capitolo nella tormentata storia dell'aviolinea: vengono azzerati i vertici, l'ad Marco Zanichelli e il presidente Giuseppe Bonomi, e al timone viene chiamato Giancarlo Cimoli. Comincia la ricerca di soggetti pubblici e privati disposti a garantire una copertura finanziaria. La carta che Cimoli gioca subito è quella di un prestito ponte mentre viene predisposta l'impalcatura del nuovo business plan, incentrato sulla costituzione di due società Az Fly, con il core business del trasporto aereo, e Az Servizi, nella quale dovranno confluire le attività no core e di supporto, e si sancisce una tregua con il personale per assicurare l'operatività dei voli durante la stagione estiva.
A luglio, arriva il via libera di Bruxelles al prestito ponte di 400 milioni a condizione che si raggiunga l'accordo sindacale sul piano industriale e che sia destinato a coprire l'immediata liquidità della compagnia. Intanto, Alitalia chiude il primo semestre 2004 in profondo rosso con 330 milioni di perdita e una liquidità di circa 70 milioni.
A settembre vengono raggiunti gli accordi sindacali volti a forti recuperi di produttività riducendo la parte fissa di retribuzione del personale navigante e innalzando le ore di lavoro. In virtù di queste intese, il numero degli esuberi inizialmente fissato a quota 5000 si riduce a 3679. Nello stesso tempo, si raggiunge l'accordo sulla nuova struttura aziendale con la creazione due società: AZ Fly e AZ Service. Il successivo 6 ottobre, a Palazzo Chigi, azienda, governo e sindacati firmano l'accordo che dà il via libera agli ammortizzatori sociali indispensabili al processo di ristrutturazione aziendale e che dà il via due giorni dopo al prestito ponte da 400 milioni.
Al 31 dicembre 2004, la posizione finanziaria netta del gruppo è pari a 1.764 milioni, 106 milioni in meno rispetto all'analoga situazione del 30 novembre. I conti mostrano una perdita record di 812 milioni. Entra intanto nel vivo l'esame del piano da parte di Bruxelles. La procedura viene avviata il 19 gennaio e la strada presenta non poche difficoltà. I riflettori del commissario europeo ai Trasporti, Jacques Barrot, si sono subito appuntati sul nodo della compatibilità delle misure di ricapitalizzazione con le regole della concorrenza europea. Dopo mesi di indagini, un primo segnale positivo arriva ad aprile con il parere favorevole espresso dal consulente per l’Ue Ernst Young.

Sempre ad aprile, arriva un'altra risposta alle richieste di Bruxelles: la Deutsche Bank invia alle autorità comunitarie una lettera nella quale si impegna ad assicurare la garanzia per la ricapitalizzazione della compagnia.

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