La corsia preferenziale ci sarà ma più controlli sulle adozioni

«Che mandino i militari a controllare gli ospedali, il dramma degli orfani sta diventando un problema di ordine pubblico». Carlo Giovanardi, presidente della Commissione per le adozioni internazionali, aveva già avvertito, sulle colonne di questo giornale, che gli sciacalli avrebbero potuto avventarsi sui bambini di Haiti. Indifesi, piccoli e senza protezione. E il dramma ormai è confermato dall’Unicef. L’Italia però vuole fare la sua parte. «Noi troveremo una strada per accelerare le procedure per le adozioni da parte di coppie italiane e avviare una corsia preferenziale – spiega Giovanardi - ma solo se il governo di Haiti ce lo chiederà e ci presenterà l’elenco degli orfani adottabili. In Italia ci sono migliaia di coppie già autorizzate. È sufficiente che loro accettino un bambino haitiano anziché uno africano o russo. Stiamo già facendo una selezione per essere pronti dal punto di vista legale quando la situazione si sbloccherà».
La condizione iniziale che pone il governo italiano, però, è la certezza che questi bambini non abbiano più parentela nell’isola che un domani potesse rivendicare diritti su di loro. Sarebbe un dramma nel dramma per le famiglie adottive. Non a caso il sottosegretario alla Presidenza del consiglio dei ministri raffredda gli slanci di generosità di molti che chiamano al telefono della Commissione per le adozioni internazionali per sapere come si possono aiutare i piccoli haitiani. «In questa delicata materia non si può cedere ad una pur comprensibile emotività, bisogna invece dare il massimo sostegno alle associazioni già operanti ad Haiti e collaborare con queste associazioni e il governo haitiano per quanto riguarda una rigorosa verifica di quali siano i bambini realmente adottabili».
Aiuti materiali dunque, e nessuna modifica sulle regole in tema di adozioni internazionali. «L’Italia, che è leader nel mondo in materia, non deve modificare alcuna normativa. Per Haiti ci stiamo muovendo in linea con gli altri Paesi internazionali». Il chiarimento di Giovanardi è d’obbligo. Ieri, infatti, dopo la discussione in Consiglio dei ministri sull’aiuto ai bambini haitiani, palazzo Chigi aveva parlato di «semplificazione ed accelerazione delle procedure» per l’adozione. Un’affermazione poi rettificata con un secondo comunicato dove invece si parla di «verifica di corsia preferenziale» per richieste di adozioni. «Se il governo di Haiti ce lo chiederà – sottolinea Giovanardi - noi troveremo una strada per accelerare le procedure per le adozioni da parte di coppie italiane. Abbiamo una credibilità internazionale in materia per serietà. Guai a modificare la rigorosa selezione delle coppie che ci porta ad essere il primo Paese nel mondo, con 4mila adozioni l’anno di bambini provenienti da 62 Paesi nel mondo». Il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna, parla di altre forme di sostegno per i piccoli «Il governo farà il massimo per dare accoglienza temporanea, nel rispetto della normativa che già prevede procedure accelerate in caso di catastrofi». Dunque, non è escluso che i bambini vengano presto accolti nel nostro Paese in attesa di una sistemazione definitiva.

«Le famiglie italiane, che già in passato si erano distinte per la loro generosità – aggiunge il ministro - ci hanno chiesto di fare loro da ponte e noi ce la stiamo mettendo tutta. Sono ottimista sul fatto che riusciremo ad accogliere in poco tempo i primi orfani di Haiti, assicurare loro una casa e l’amore di cui hanno bisogno».

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