Corso Venezia, la carica dei professionisti anti-riforma

«Una giornata positiva innanzitutto perché è emersa la volontà di essere uniti». Edoardo Zanaboni, vicepresidente nazionale di Federarchitetti per il Nord Italia, fotografa così la mobilitazione delle categorie professionali riunite ieri mattina in corso Venezia per seguire il Professional Day di Roma. Di fronte a 400 iscritti anche i vertici degli Ordini: «Noi vogliamo sbugiardare i tecnici al governo e per bloccarli stiamo preparando anche un ricorso alla Corte europea e – conclude – vorremmo anche che la magistratura facesse davvero giustizia: io ho cause in corso da 8 anni e enti pubblici che non mi pagano, come pensano che si possa tirare avanti?». I professionisti sono sul piede di guerra: accusati di essere delle «caste» reagiscono: «Le proposte avanzate dal governo sono ideologiche – attacca Gianni Zingales, presidente dei consulenti del lavoro milanesi – noi siamo per riformare le nostre attività per adattarle ai tempi e tutelare sempre meglio i cittadini, ma l’idea di introdurre le società di capitale non è gradita». Le proposte non piacciono: «Le nostre categorie non sono contrarie alle riforme, ma scelte come rendere obbligatoria l’assicurazione, tra l’altro già prevista in molti casi, non sono la soluzione per garantire la qualità di un servizio professionale – spiega Domenico de Stefano, presidente del consiglio notarile di Milano – perché non si accede a questo tipo di servizio per avere un risarcimento, come non si prende una nave sperando che affondi per rivalersi sulla compagnia». Le critiche ai progetti di Monti toccano tutti i punti salienti: «Parlare di abolizione delle tariffe minime sembra assurdo perché già nel 2006 Bersani le aveva rese non più obbligatorie ma solo dei parametri di riferimento – interviene Roberto De Girardi, presidente dei Periti industriali di Milano e Lodi – il problema è stabilire il valore delle prestazioni professionali, soprattutto per chi ne usufruisce, perché non si tratta di una merce acquistabile un tanto al chilo». I 27 ordini hanno 2,3 milioni di iscritti.

Anche i semplici iscritti hanno da dire la loro: «Sono tornato da poco da un convegno in Francia – racconta Ernesto Franco Carella, commercialista milanese – dove hanno manifestato interesse per il collegio sindacale, da loro inesistente, ma ora che lo avevamo quasi esportato viene cancellato: per una volta che gli altri volevano imitarci».

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