La Corte dei Conti: la sanità spreca 40 milioni d’euro

La Corte dei Conti: la sanità spreca 40 milioni d’euro

È la sanità uno dei settori più esposti agli sprechi nella nostra regione. Un dato che non sorprende di certo, visto il «buco» da record del nostro sistema sanitario. Ma che viene confermato dalla Corte dei Conti. Secondo i giudici contabili, infatti, è di 40 milioni di euro il «fatturato» delle decine di istruttorie aperte dalla Corte dei Conti del Lazio in seguito alle altrettante numerose inchieste sulle tangenti nella sanità del Lazio nel solo 2007. Quanto agli appalti, nell’anno passato la Corte dei Conti del Lazio ha esaminato molti casi di giudizi instaurati per danni derivanti da comportamenti illeciti, truffe e abusi in pubbliche forniture e appalto di servizi: in totale sono stati 138.450.226 gli euro di danni.
Nella sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario della sezione Lazio della Corte dei Conti, ieri il procuratore regionale, Luigi Mario Ribaudo, ha lanciato un atto di accusa forte e chiaro: «I casi di grave sperpero delle risorse finanziarie e di illecito profitto personale di singoli o di specifici settori sono molto più diffusi di quelli che vengono alla luce, essendo tuttora ben pochi quelli che vengono direttamente denunciati alla Procura regionale». E la situazione è particolarmente grave nel Lazio, dove «gli atti di citazione emessi nel 2007 dalla Procura regionale - ha spiegato Ribaudo - hanno posto in evidenza, ancor più che negli anni decorsi, la gravità dei casi di colpevole dispersione di molti settori della pubblica amministrazione a opera di amministratori e funzionari infedeli e ben lontani dal necessario rispetto di fondamentali principi di legalità e di corretta gestione del pubblico denaro». Questo il bilancio dell’attività della Procura: le istruttorie pendenti al primo gennaio sono 4193, le nuove denunce di danno pervenute sono 3628, le archiviazioni disposte in sede preliminare 2195, le archiviazioni a seguito di istruttoria 1584, gli inviti a dedurre 269, le audizioni personali 508, gli atti di citazione 150, gli atti integrativi e di riassunzione 32, i sequestri conservativi 11, i conti giudiziali con visto del pm 453, gli appelli del procuratore regionale 20, le azioni revocatorie 2, i controricorsi in Cassazione 1.
In questa mole di lavoro un ruolo importante lo hanno, come detto, le istruttorie nella sanità: il procuratore ha ricordato quelle avviate dopo lo scandalo dell’emissione di falsi mandati di pagamento che riguardavano i casi di truffa alle Asl RmC e RmB. E ancora c’è il caso limite contenuto in un atto di citazione emesso nei confronti di un dentista dell’università La Sapienza: il professionista si è reso «responsabile di truffa a proposito della fornitura di protesi dentarie, destinate dalla regione Lazio a un programma di odontoiatria per gli anziani, per un danno di oltre 400mila euro». Ed ecco ancora due citazioni, per complessivi 2,5 milioni di euro, a carico «del direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma per un danno derivante da illegittima applicazione di norme sul trattamento economico del personale». In altri termini si tratta di retribuzioni considerate eccessive rispetto alle mansioni.
Sanità a parte, nella relazione ha trovato spazio anche una istruttoria sulle cosiddette «cartelle pazze» emesse dalla Gerit, e una sui cassonetti forniti all’Ama, circa 30mila, giudicati inidonei.

Infine, la vicenda dei «voli» compiuti in modo illegittimo dall’ex comandante della Guardia di finanza Roberto Speciale, (la vicenda tuttavia è ancora in istruttoria), e l’atto di citazione (per un danno erariale complessivo di oltre 24 milioni di euro) emesso nei confronti di alcuni componenti del cda della Rai per la nomina - illegittima - dell’ex direttore generale Alfredo Meocci.

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