Lussemburgo - Con una sentenza che segna una pietra miliare per i diritti del mondo gay in Europa, la Corte di Giustizia di Lussemburgo ha stabilito che, nell’ambito di un’unione solidale fra partner dello stesso sesso, uno di essi può aver diritto ad una pensione di vedovo concessa da un regime previdenziale di categoria.
La decisione dei giudici I giudici di Lussemburgo sono stati chiamati ad esprimersi sul caso che contrappone il gay tedesco Tadao Maruko, compagno di un costumista teatrale deceduto nel 2005, all’ente previdenziale per i personale artistico dei teatri tedeschi, Versorgungsanstalt der deutschen Bühnen. Per il Tribunale Ue tocca al "giudice nazionale verificare se, nell’ambito di un’unione solidale, il partner superstite sia in una posizione analoga a quella di un coniuge beneficiario della pensione per superstiti controversa".
La "discriminazione diretta" Il diniego di far fruire i partner di unione solidale della pensione per superstiti, proseguono i giudici, "costituisce una discriminazione diretta fondata sull’orientamento sessuale, se si ritiene che i coniugi superstiti e i partner di unione solidale superstiti si trovino in una posizione analoga per quanto concerne tale pensione". È dunque compito del Bayerisches Verwaltungsgericht München, il tribunale nazionale che ha seguito il caso, "verificare la predetta condizione", afferma la Corte.
Il caso in Tribunale Nel 2001 Maruko ha registrato un’unione solidale, ai sensi della legge tedesca, con un costumista teatrale che dal 1959 era iscritto Versorgungsanstalt der deutschen Bühnen. Dopo la morte del compagno, Maruko ha chiesto di fruire di una pensione di vedovo, ma l’ente ha respinto tale richiesta in quanto lo statuto non prevedeva tale beneficio per i partner di unione solidale superstiti.
È stato poi un tribunale di Monaco, Bayerisches Verwaltungsgericht München, che deve statuire sul ricorso proposto Maruko, ad adire alla Corte Ue per stabilire se il diniego di una pensione per superstiti ad un partner di unione solidale costituisca una discriminazione vietata dalla direttiva europea sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, che mira a combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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