Cortei: Alemanno boccia il protocollo

Prepariamoci a un altro sabato di paralisi della circolazione. Di ordinario caos in centro e, a macchia d’olio, nel resto della città.
Oggi alle ore 14 in piazza della Repubblica raduno della manifestazione nazionale antirazzista: alle 14.30 avvio del corteo attraverso Esquilino, piazza Santa Maria Maggiore, piazza Vittorio, viale Manzoni, via Labicana, Fori Imperiali, piazza Venezia, Teatro Marcello e conclusione in via Petroselli. E uno. Alle ore 14 partirà anche il corteo degli studenti universitari da piazzale Aldo Moro, per confluire in piazza della Repubblica e unirsi al grosso della manifestazione. E due. In serata, sempre in centro, tra le 19 e le 20.30 si svolgerà invece la «Marcia Silenziosa» per commemorare i 66 anni dalla deportazione degli ebrei romani, da piazza Santa Maria in Trastevere per le vie del rione. E tre.
Il week-end festivo, insomma, ha in programma manifestazioni in centro storico. Ventiquattro ore di paralisi, di ingorghi, di chiusure e aperture delle strade a soffietto e di cambi nelle linee del trasporto pubblico. Una via crucis senza fine, che trasforma la città nella capitale del caos. Ma le cose non vanno diversamente nei giorni feriali. I romani, insomma, continuano a pagare un prezzo altissimo per colpa dei cortei o delle proteste. Una storia alla quale il sindaco Alemanno sembra deciso a porre fine: «Sono pronto a esercitare i poteri straordinari sulla mobilità».
Ma per il prefetto Pecoraro va tutto bene, anzi. Le manifestazioni continueranno secondo il protocollo firmato a marzo con sindacati e partiti. Ieri al termine dell’incontro a Palazzo Valentini con le parti sociali ha infatti confermato che l’accordo va prorogato, sia pure «con qualche modifica». Ma quali «Ho proposto di evitare cortei di grosse dimensioni che si incrocino o siano contigui sullo stesso percorso - ha spiegato -. Più volte, poi, le manifestazioni iniziano con tre o quattro ore di ritardo rispetto all’orario comunicato e ciò crea disagi ai cittadini, perché vanno a intasare altre manifestazioni». «Bisogna rispettare gli orari - ha proseguito Pecoraro -. Ci è stato anche proposto di consentire sit in davanti ai ministeri interessati da proteste. Ne discuteremo». In base al protocollo, poi, i percorsi dovrebbero essere sei: Repubblica-S. Giovanni, piazzale dei Partigiani-S.Giovanni, Bocca della Verità-piazza Navona, Bocca della Verità-S.Gregorio, piazzale dei Partigiani-S.Gregorio. Ma sabato il corteo della Fiom-Cgil è sfilato da piazzale Flaminio a viale Mazzini gettando nel caos Prati, e quello dell’Arcigay è andato da piazza della Repubblica a Madonna di Loreto. Nessuno era contemplato dal protocollo. L’ennesima deroga. E l’ennesimo giorno di paralisi per la città.
Nei giorni scorsi Alemanno ha chiesto «un cambio di passo» al Prefetto: «Il protocollo è insufficiente, se non si trova una soluzione bisogna passare dai patti alle ordinanze». Ieri, dopo l’incontro a Palazzo Valentini, il Comune con una nota si è ancora dichiarato «profondamente insoddisfatto» dei risultati. «Il diritto a manifestare, annoverato dalla Costituzione – ha affermato Alemanno – va rispettato quanto il diritto dei romani a spostarsi liberamente, come garantisce la stessa Costituzione.

Se il Tavolo convocato dal prefetto la settimana prossima, non produrrà un profondo cambiamento della situazione, sarò costretto a utilizzare, fino in fondo, tutti i poteri, non solo di sindaco ma anche di commissario governativo straordinario per la mobilità a Roma».

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