Ma Cortellesi e gli altri non ci saranno

da Milano

Questa è bella: Paola Cortellesi, la Banda Osiris e Andrea Rivera non parteciperanno alla protesta che i collettivi universitari della Sapienza hanno organizzato per giovedì contro l’arrivo del Papa. Zero, niente di niente. Eppure ieri sui quotidiani la loro presenza era data per sicura e per di più avallata da titoli e sommari larghi così. La Repubblica aveva addirittura promesso una «lectio magistralis condotta da Cortellesi, Banda Osiris e Rivera». E gli organizzatori l’avevano pure garantita alle agenzie stampa, come a dire: vedete, anche questi artisti sposano i nostri fischi a Sua Santità che si è addirittura messo in testa di visitare l’Università fondata proprio dalla Chiesa nel 1300. Certo, la lectio avrebbe quantomeno alzato il livello di una protesta che fino ad ora è ferma alla «Frocessione», agghiacciante (e irrispettoso) gioco di parole che probabilmente indica una sfilata di omosessuali.
Invece, ciccia.
L’entourage della Cortellesi smentisce decisamente la sua presenza, precisando di non averne mai dato conferma agli organizzatori. Fuori una. Poi la Banda Osiris: nella serata di giovedì suonerà ad Albenga, in provincia di Savona a circa sette ore d’auto da Roma, e quindi «per noi sarà quantomeno improbabile essere alla Sapienza». Per di più: «Abbiamo immediatamente comunicato la nostra indisponibilità». E fuori due.
Il più dettagliato è infine Andrea Rivera, se non altro perché, dopo le sue esternazioni sul Vaticano sul palco del Concerto del Primo Maggio, persino l’Osservatore Romano lo aveva crocefisso. Lì per lì riassume: «Sarà poco probabile che vada alla Sapienza, quella sera mi esibisco a Gattatico». Poi però racconta tutto per filo e per segno: «Io non conosco questi ragazzi dei collettivi, sono stato contattato solo via email. Ma non voglio essere strumentalizzato: strumentalizzate tutto ma non la satira». Oddio, certe volte Andrea Rivera non usa giri di parole e la sua satira fa male, qualche volta anche gratis. Però stavolta dice: «Non parlo mai contro: io parlo su. E in questo caso mi viene da chiedermi: perché impedire la presenza del Papa? Prima ascoltiamo che cos’ha da dire, poi ironizziamo. Magari può fare un discorso contro le tasse universitarie troppo elevate e allora non avrei nulla da ridire». E poi chiude scherzando: «Mica sono io il critico ufficiale del Papa. Altrimenti dovrei stare tutte le domeniche a San Pietro. E poi non sono neanche ateo, sono credente part time».


Vabbè, boutade a parte, l’appoggio del mondo dello spettacolo alla protesta si è vaporizzato in un pomeriggio. Anzi no, peggio: non c’è mai stato ed è stato sbandierato tanto per gradire. Altro che ironia, qui c’è proprio da riderci su.

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