La Cortellesi va in fabbrica

La Cortellesi va in fabbrica

Pier Francesco Borgia

Fuori dal teatro, nella cosiddetta società civile, ci si prepara con alacre impeto ad affrontare gli ultimi fuochi della campagna elettorale. Temi, dibattiti, «soggetti politici» e «istituzionali» non fanno altro che affollare i dialoghi di tutti noi. Per capire come va il mondo. Per immaginare come possa essere cambiato. O almeno corretto. I problemi reali, quelli cioè che incatenato la gente comune al proprio destino, vengono però soltanto sfiorati. Anche dai politici più premurosi, anche dai leader più illuminati. E allora bisogna entrare in teatro per incontrare l’umanità di personaggi «autentici» e di situazioni difficili che spesso divengono paradigma di un malessere collettivo.
Per esempio bisogna varcare la porta dell’Ambra Jovinelli, dove questa sera debutta Gli ultimi saranno ultimi, commedia agrodolce scritta da Massimiliano Bruno e interpretata da Paola Cortellesi.
La giovane attrice romana presta il volto e la voce a cinque personaggi, destinati a condividere - loro malgrado - i tormenti e le angosce di una giovane operaia che alla vigilia del parto scopre di essere in esubero e quindi licenziabile. La regia dello spettacolo è firmata a quattro mani da Giampiero Solari e Furio Andreotti. I due hanno scelto una confezione «minima» più che minimalista, dal momento che il pezzo forte, l’arma segreta, l’asso nella manica è rappresentato proprio dalle indiscutibili capacità interpretative della Cortellesi.
Un’operaia incinta si ritrova disoccupata alla vigilia del parto. La donna è disperata e la sua reazione è improvvisa quanto maldestra: irrompe sul posto di lavoro e prende in ostaggio la responsabile del suo licenziamento. Questo è il punto di partenza di una tragicommedia che gravita intorno al mondo del lavoro.
Una vicenda vissuta tutta in una notte, in cui si incrociano i destini di uomini e donne normalmente distanti tra loro: una fredda dirigente d’azienda piegata alle leggi di mercato, un’ingenua poliziotta di provincia, un transessuale sarcastico e disilluso, un guardiano notturno pensionabile e trasandato, una saggia donna delle pulizie fissata con le canzonette e un bambino che sta per nascere. E se decidesse di venire al mondo proprio quella notte?
Paola Cortellesi interpreta tutti i personaggi di questa storia, in un monologo amaro e dissacrante. C’è spazio, però anche per il sorriso, assicura la stessa Cortellesi. I personaggi rivelano nella loro umanità aspetti affatto scontati e quindi spiazzanti. L’intelligenza interpretativa dell’attrice sa sfumare le gradazioni di tragedia e dolore fino a farle scolorare in un’amara ironia.


E così, lontano dagli bagliori del successo televisivo (tra tutti ricordiamo le imitazioni in «Mai dire gol»), di quello cinematografico (al fianco di Aldo, Giovanni e Giacomo in La conosci Claudia?) e lontano anche dalle ribalte sanremesi (2004), la giovane attrice romana promette uno spettacolo che non strizza certo l’occhio ai corrivi sketch televisivi. E il pubblico non vede l’ora di vedere mantenuta questa promessa, visto che lo spettacolo è praticamente sold out da giorni.
Repliche fino al 26 marzo.

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