Obama travolto dall’onda nera. Del pettegolezzo. Non bastava il disastro ecologico in Louisiana. Ora il presidente americano è insidiato da un’altra macchia: quella di aver tradito la moglie Michelle. Dura la vita dei potenti. Per loro c’è sempre una stagista dietro l’angolo. O sotto la scrivania. È il metodo Lewinsky bellezza, e tu non puoi fermarlo (ammesso - e non concesso - che qualcuno voglia fermarlo).
La sindrome di Monica, di cui tanto «soffrì» Bill Clinton, potrebbe fare un’altra illustre vittima: addirittura l’insospettabile Barack Obama. La «Sindrome di Monica» (nella sua variante, nota come «Sindrome di Vera») lo avrebbe colpito sei anni fa, quando lui e la sua collaboratrice Vera Baker erano presissimi nella campagna elettorale che lo portò in Senato. E si sa come sono le campagne elettorali: stress a mille, con il capo che magari la sera ha bisogno di un massaggino defatigante. Ed è qui che sarebbe scesa in campo la rilassante Vera. Almeno così sostiene il National Enquirer che - dopo aver incastrato Tiger Woods - alza il tiro, mirando direttamente sulla Casa Bianca. Il suo titolo è degno del miglior Cafonal di Dagospia: «Esistono prove inconfutabili che Barack Obama tradì Michelle nel 2004 quando era semplice senatore dell'Illinois con la bellissima direttrice finanziaria della sua campagna, la 35enne Vera Baker». Per smascherare la presunta tresca presidenziale non si bada a spese: secondo alcuni blogger, infatti, un gruppo anti-Obama avrebbe offerto «oltre 1 milione di dollari a chi sarà in grado di fornire le prove della relazione».
Lo «scoop» si basa sulla parola di un autista che accompagnò Obama in una serie di incontri a Washington. L'uomo ha raccontato di aver accompagnato la Baker in un albergo di Washington in cui «lei non aveva nessuna camera a suo nome», e poi di essere andato all'aeroporto per prendere Obama; alla fine degli impegni l'autista riaccompagnò Obama e la Baker nello stesso albergo «dove i due avrebbero trascorso la notte insieme». A tal proposito il National Enquirer cita non meglio precisati «investigatori» e «insider» dell’hotel e rivela addirittura l’esistenza di «un filmato delle telecamere di sorveglianza in grado di provare la presenza contemporanea dei due nell’hotel».
Ma il presidente Usa come l’ha presa? Per nulla seriamente. Tanto che ieri - alla cena annuale dei corrispondenti accreditati alla Casa Bianca - si è sperticato in battute sulla banca d’affari Goldman Sachs sotto accusa per frode e su un gruppo canoro amato dalle sue figlie.
Negli States, il National Enquirer è solito a «rivelazioni» tanto clamorose quanto infondate. Due anni fa, però, rivelò lo scandalo che travolse la carriera politica di John Edwards, l’ex candidato alle primarie del partito Democratico: sposato con Elisabeth (malata di cancro) e padre di cinque figli (uno è morto), dopo lo scoop scandalistico Edwards fu costretto a confessare di aver avuto una figlia con un’amante. Ora il settimanale torna alla carica e minaccia l’immagine idilliaca della «coppia perfetta» Obama-Michelle: un matrimonio, il loro, che la stampa Usa ha elevato a icona nazionale.
Ma a dimostrazione che - in tema di gossip politico - ogni mondo è paese, il pissi-pissi sulla liaison tra Barack e Vera è stata subito rilanciato dal noto sito web vicino ai Repubblicani, Drudge Report. Il mondo, col fiato sospeso, resta in attesa di ulteriori dettagli. Osè, possibilmente.
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