Sta giustamente facendo il giro del web, in tutto il mondo, la ripresa amatoriale di mamma orsa che, per salvare il piccolo rimasto bloccato sulla sommità di un albero, si arrampica sul ramo sottile della pianta che cede sotto il suo peso, liberando il cucciolo troppo temerario e intraprendente. Sono passati solo pochi giorni dalla presentazione del manifesto «La Coscienza degli animali», ideato dal ministro del turismo Michela Brambilla assieme al professor Umberto Veronesi e già numerose persone, più o meno famose, vi hanno aderito, chi partecipando direttamente allevento (il nostro direttore fra questi), chi semplicemente compilando un semplice modulo dadesione cliccabile su internet. Lo scopo ovviamente è quello di restituire agli animali quello che legittimamente gli appartiene e che, in passato, filosofi e scienziati di chiara fama hanno tentato di negargli: la capacità di sentire emozioni, di processare informazioni e di compiere azioni che talvolta sembrano cozzare con latavico istinto di conservazione facendo emergere una coscienza che non può più essere negletta. Difficile spiegare i numerosi episodi che vedono cani o altri animali salvare persone senza attribuirgli una vera e propria coscienza. È il caso di Millie, un King Charles Spaniel di quattro anni che dormiva beatamente vicino alla culla di James, il suo «padroncino» di 18 mesi, che sembrava dormire serenamente. La mamma Beverly, una 33enne di Wetherby nello Yorkshire, stava facendo dei lavori di casa quando la sua attenzione è stata attratta dallabbaiare forsennato e inusuale di Millie, prontamente redarguita perché rischiava di svegliare il piccolo. Ma Millie ha continuato ad abbaiare e a saltare accanto alla culla, fino a mettere le zampe sul divano molto vicino alla testolina del piccolo. È bene sapere che il King Charles, una sorta di Cocker con il muso più appiattito, molto comune in Gran Bretagna e purtroppo poco frequente nel nostro paese, è un cane di che viene definito con tre aggettivi: tranquillo, discreto, affascinante. Quellabbaiare insistito e quellaffannarsi attorno alla culla erano decisamente fuori luogo, tanto che Bev. si è avvicinata alla culla e, osservando attentamente il piccolo James, si è accorta che, non solo dormiva ancora, ma non respirava affatto. Per fortuna non si è persa danimo e ha cominciato a massaggiare il petto e il pancino del figlio, quasi incoraggiata dallabbaiare di Millie. E James è sopravvissuto a quella che i medici chiamano sinteticamente «morte nella culla», una sindrome che si manifesta con limprovvisa cessazione del respiro e la conseguente morte improvvisa del neonato. Ora Beverly e il suo compagno Darren, vegliano notte e giorno James cui è stata diagnosticata unapnea da sonno. Millie invece è stata scelta come partecipante alla finale del «Dog Trust Awards 2010», premio offerto ai cani che hanno mostrato particolare coraggio in situazioni critiche.
Non tanto tempo fa un episodio simile è accaduto vicino a una baraccopoli di Buenos Aires, dove la cagnetta China (letteralmente «sassolino») ha spinto delicatamente un neonato di pochi giorni abbandonato fino alla sua cuccia, accudendolo assieme ai cuccioli che aveva appena partorito.
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