Così i genovesi imparano il golf nel green di Albaro

In via Jenner c’è il Garden dove si possono prendere lezioni e anche acquistare l’occorrente per iniziare

Fabrizio Graffione

A Genova non esiste un campo, nè un'area adatta per ospitare le diciotto buche, ma ci sono un paio di centri dove si può praticare e prendere lezioni. L'attrezzatura, per cominciare, costa circa trecento euro: basta un mezzo set con un putter, un sand wedge, i ferri dispari nove, sette, cinque, un legno tre, poi le scarpe con i tacchetti in plastica «soft spikes», il guantino di pelle. Il prezzo delle lezioni è uguale un pochino ovunque: venticinque euro per mezz'ora. Ce ne vogliono almeno un paio prima di colpire la pallina e poi tantissima pratica e concentrazione. In città i campi pratica offrono pacchetti «all inclusive», a centocinquanta euro con sei mezz'ore di lezione e accesso illimitato per le giornate. In sostanza si risparmia il ticket per il campo pratica. Gli esperti dicono sia bene prendere un maestro e non cambiarlo, quindi occorre sceglierselo con cura all'inizio della propria «carriera» golfistica. Il pacchetto è studiato perchè duri un mese e mezzo e perchè l'allievo prenda una lezione alla settimana, lasciando poi che sia lui a mettere in pratica gli insegnamenti del maestro. È molto importante, infatti, assumere anche da soli la consepevolezza dello «swing» e dei movimenti per colpire la pallina. Il golf non è un gioco facile. Anzi, i campioni della Pga americana, gente che guadagna milioni di euro all'anno, si allenano anche dieci ore al giorno, praticamente da quando erano bambini.
Senza esagerare, ma anche con impegno costante, si può in circa sei mesi scendere in campo e passare gli esami, uno scritto e l'altro di pratica con una piccola gara, per ottenere l'handicap di gioco. Un documento essenziale per poi girare i fairway di tutta Italia e all'estero. Per cominciare, quindi, basta recarsi nei campi pratica in città, dopo l'ufficio o durante la pausa pranzo. Il più comodo e quello storico, che ha sfornato moltissimi golfisti genovesi, è il Garden di via Jenner 21 ad Albaro (telefono 010.317854). La struttura è molto bella e fornita anche di pro shop dove acquistare il materiale per giocare a golf. C'è un grande «putting green» con diciotto buchette e dieci postazioni coperte da dove si possono usare ferri e legni, ma non il drive, anche quando piove. Si possono praticare anche colpi per il «chipping», cioè gli approcci alla bandierina, e dal bunker, una buca di sabbia generalmente scavata nei campi a «difesa» dei green. Oltre a un punto di ristoro con macchina automatica per caffè e bibite, c'è lo spogliatoio con doccia e toilette. Il campo pratica è dotato anche di una forte illuminazione per le ore serali. È aperto dalle otto del mattino fino alle otto di sera. Il «driving range» è lungo oltre centocinquanta metri, ma si usano soltanto palline speciali più leggere rispetto a quelle comunemente giocate sui campi. Presidente del Garden è Giuseppe Peirano, direttore Edi Clavarezza, maestri Adriano Brizzolari, Luigi Figari, Giovanni Gaudioso, Angelo Calì, Carla Costa.
Le altre postazioni per praticare sono state realizzate un paio di anni fa in cima a Quarto Alto grazie all'impegno del Cus Genova (telefono 010.3623001) che ha realizzato in via degli Anemoni una Golf Academy. I prezzi dei pacchetti «all inclusive» sono praticamente uguali a quelli del Garden, c'è un putting green e una decina di postazioni coperte.

Il «driving range» è un pochino complicato: occorre cambiare postazione a seconda del ferro o del legno che si vuole usare e alcune volte capita che ci siano «code» per aspettare il proprio turno. Le palline usate, a differenza del campo pratica in Albaro, sono pesanti e quasi uguali a quelle giocate nei campi.
(1-continua)

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