Così i giornalisti si scoprono creativi per «strillare» la conquista della Luna

Così i giornalisti si scoprono creativi per «strillare» la conquista della Luna

«L’Aquila è atterrata!», furono queste le prime parole pronunciate dall’«uomo sulla Luna», a conclusione del viaggio di andata della missione Apollo 11 partita da Cape Kennedy. Parole che rimbalzarono sulla stampa di tutto il mondo che seguiva l’evento, col fiato sospeso, in quegli storici giorni dal 16 al 25 luglio del 1969.
In occasione del quarantesimo anniversario del primo sbarco sulla Luna, fino a questo pomeriggio la mostra «Luna di Carta», promossa dal Museo del Quotidiano, racconta la missione lunare proprio attraverso i quotidiani italiani dell’epoca.
Allestita negli spazi del Complesso monumentale San Michele, la rassegna espone per la prima volta le 69 prime pagine di venti tra le maggiori testate italiane, provenienti dall’Archivio Paolo D’Angelo. La storia che raccontano i titoli di quelle pagine ingiallite parte dai preparativi per il lancio: («Addio fantascienza», titolava Il Giorno); passa attraverso l’annuncio dello sbarco sulla Luna (per l’occasione, Il Messaggero comparve in edicola con il titolo più grande che si fosse mai visto prima, Luna!); accompagna gli astronauti nel viaggio di ritorno fino all’ammaraggio della capsula nell’Oceano Pacifico («L’Aquila torna al nido» fu il titolo per Momento Sera).
«Queste pagine rappresentano un’opportunità importante di rivivere la storia», ha commentato il colonnello Roberto Vittori, astronauta dell’Esa in partenza per Houston e con un sogno nel cassetto: tornare sulla Luna, ma con un nuovo obiettivo. «La Luna consentirà alla società industrializzata di reinventare il processo manifatturiero al di fuori dell'atmosfera terrestre. Trovando, estraendo e lavorando materie prime in loco».
In attesa che anche questo sogno si trasformi in realtà, «La luna di carta» ci permette di seguire le orme di Neil Armstrong, Michael Collins e Buzz Aldrin e di dare libero sfogo alla fantasia grazie alla presenza del razzomodello del vettore Saturno 5.

A chi, invece, non si accontenta di sognare, la mostra dedica il video del progetto SpaceShipTwo della Virgin Galactic: una particolare offerta turistica per un volo in orbita. A partire dal 2010, infatti, il cosmo sarà a portata di chiunque possa permettersi di pagare il biglietto. Il costo? 200mila dollari.

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