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Così i verdi insabbiarono gli abusi nella scuola per vip

BerlinoVescovi e sacerdoti non furono gli unici ad aver taciuto sulle violenze che avvenivano nelle scuole tedesche. Hanno taciuto anche presidi e insegnanti di molti istituti laici che in passato sono stati teatro di maltrattamenti e abusi su ragazzi e ragazze. E ora alla catena di chi preferiva insabbiare anziché denunciare si è aggiunto un soggetto del tutto inaspettato: un esponente di spicco del partito dei verdi, Antje Vollmer, che ai tempi della coalizione rosso-verde del cancelliere Schröder era non solo vicepresidente del Bundestag ma anche alla guida di una tavola rotonda creata per migliorare la politica scolastica governativa. E proprio perché ricopriva questi due incarichi ricevette nel novembre del 2002 un dettagliato rapporto sugli orrori che avvenivano alla Odenwaldschule, un istituto laico considerato la Eton tedesca. Ma nonostante la gravità delle accuse, la Vollmer decise di non prendere provvedimenti e di chiudere le denunce in un cassetto.
L'esistenza del rapporto, redatto da un gruppo di insegnanti della stessa Odenwaldschule, è emersa durante le indagini avviate dalla magistratura dopo una serie di rivelazioni da parte di ex allievi dell'istituto. E il fatto che sia stato completamente ignorato è destinato ad allargare il dibattito in corso in Germania sui responsabili del silenzio che per tanti anni ha coperto la triste realtà di molte scuole tedesche, religiose e laiche. Per i verdi comunque è un fatto estremamente imbarazzante poiché in questi giorni di infuocate polemiche il loro partito è in prima fila nel puntare il dito contro le responsabilità delle gerarchie ecclesiastiche coinvolgendo lo stesso Benedetto XVI.
Eppure quel rapporto non solo conteneva la denuncia di una serie di atrocità ma indicava anche chi, secondo gli autori, era il principale responsabile: lo stesso preside dell'istituto negli anni tra il ’72 e l’85, il professore Gerold Becker, un pedagogo che godeva di una certa autorevolezza negli ambienti accademici ed ora, con otto anni di ritardo, indagato per maltrattamenti con ad altri sette insegnanti della Odenwaldschule.
Secondo le testimonianze di ex-allievi che hanno deciso di raccontare le loro esperienze, Becker era un pedagogo che aveva grande fiducia nella efficacia delle pene corporali e nell'importanza che i giovani venissero educati nel rispetto delle gerarchie. Due indirizzi educativi che possono diventare pericolosi se a metterli in pratica sono insegnanti che approfittano del loro ruolo per scaricare impulsi sadici e frustrazioni contagiando gli stessi allievi come avveniva alla Odenwaldschule. Violenze e abusi non erano infatti commessi solo dagli insegnanti ma soprattutto dai ragazzi più grandi sui più piccoli. Nelle testimonianze degli ex internati si parla di episodi raccapriccianti tra gli stessi allievi: bruciature sugli organi genitali, stupri con banane e manici di scopa. Un inferno. L'attuale direttrice dell'istituto, Margarita Kaufmann, si domanda come sia stato possibile che torture del genere siano avvenute senza che un insegnante o un sorvegliante sentisse le grida dei torturati.
Le indagini hanno accertato finora che negli anni in cui Becker dirigeva l'istituto sono avvenuti ben trentatré casi di violenze gravi commesse in gran parte dagli stessi allievi. E ancora da chiarire è la pagina delle morti misteriose: quattro ragazzi dopo aver abbandonato la Oldenwaldschule si sono suicidati e forte è il sospetto che il ricordo degli anni di scuola abbia influito su un gesto così tragico.
Ciò che più colpisce è il silenzio che così a lungo ha coperto la realtà della Odenwaldschule. Come spiegarlo? Complicità? Sottovalutazione della gravità di quanto accadeva? Forse.

Ma non si può escludere che molti abbiano taciuto e insabbiato per non distruggere l'immagine di una scuola che fino a ieri era considerata un fiore all'occhiello del sistema scolastico tedesco.

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