Così l’Atac vende le sue proprietà

Piazza Bainsizza, Porta Maggiore, San Paolo, via della Lega Lombarda. Il grande deposito del quartiere Delle Vittorie è solo uno di quelli conferiti dal Campidoglio all’Atac al fine di tamponare - attraverso la successiva vendita della maggior parte di queste aree - l’eterno dissesto finanziario dell’Agenzia per la mobilità capitolina. Ventisei siti «concessi in comodato, in attesa del formale conferimento dei beni», come recita la delibera comunale 21 approvata l’11 febbraio 2002. Tra questi, i tre già menzionati (stimati da «Risorse per Roma» rispettivamente 12.852.809, 15.646.998 e 7.510.500 euro) ma anche la rimessa Trastevere di via delle Mura Portuensi (oltre 15 milioni di euro il valore stimato), quelle di Montesacro, Portonaccio, Tor Sapienza, Tor Vergata. E poi numerose sottostazioni elettriche, le ex sedi sociali di via Volturno e largo Montemartini (25 milioni di euro di valore) e le officine e gli uffici di via Prenestina (un patrimonio di oltre 88 milioni di euro).
Un tesoretto insomma. Negli anni che seguono per fare cassa l’Atac decide di alienare 17 di questi siti: quelli non più legati alla produzione e in stato di obsolescenza (come appunto quello di piazza Bainsizza), valorizzabili però sul piano economico e urbanistico. La prima grande riconversione ha riguardato, nel 2006, i 12mila metri quadrati del deposito di via della Lega Lombarda, dove verrà realizzata la discussa cittadella di cristallo con centri commerciali, abitazioni, uffici, servizi e parcheggi. Ora è la volta del deposito Vittoria e di quello di Porta Maggiore per i quali la cabina di regia istituita in Comune ha bandito il Concorso internazionale di architettura «Rimesse in gioco-Depositi di Idee». E anche per quest'ultimo, che verrà realizzato sulla base del progetto vincitore dello studio «Ian +» di Carmelo Baglivo, le recriminazioni non mancano. Dalla vendita dell’ex deposito tranviario (risalente addirittura al 1890) il Campidoglio incasserà circa 16 milioni di euro. Su un totale di 22.600 metri quadrati (che toccheranno i 27.300 con l’aumento del 20 per cento previsto dal bando) ben 11mila metri quadrati verranno destinati a nuovi appartamenti, 5.300 metri quadrati ad attività commerciali, 8mila a servizi turistico-ricettivi, 3mila per produzioni giovanili (legate alla produzione cinematografica), oltre a soli 2000 metri quadrati di servizi pubblici. Un piano capace di unire nella protesta i cittadini (come dimostra l’infuocata assemblea pubblica dello scorso 17 novembre) e la maggioranza di centrosinistra del VI municipio, che all’unisono chiede uno stop all’operazione e una revisione fatta partendo dal coinvolgimento del territorio.


Anche in questo caso, una volta esauriti i concorsi e subito prima dell’avvio della gara da parte di Atac (gennaio 2008), scatterà inesorabile il meccanismo che consente le cementificazioni in deroga al nuovo Piano Regolatore, e senza bisogno di varianti: il cosiddetto «Accordo di programma». Lo strumento indiretto che permette la trasformabilità urbanistica ma sempre in relazione «al contesto urbano circostante». Almeno in teoria.

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