Cronaca locale

«Così la Milano del futuro diventerà turistica»

Intervento ieri in Fieramilanocity all’inaugurazione della Bit 2006

Alberto Taliani

Un gesto simbolico e importante, ha segnato ieri la giornata di apertura della Borsa internazionale del turismo, la visita del sindaco Gabriele Albertini agli stand della Palestina e di Israele, nel giorno delle dimissioni del ministro Calderoli dopo la vicenda della maglietta anti-Islam e l’assalto al consolato italiano di Bengasi. Messaggio preciso, quello del sindaco, invito al dialogo che prelude alla sua visita il 4 e 12 marzo, in medio Oriente con tappe in Giordania dove incontrerà l’amica regina Rania, cittadina onoraria di Milano e in Israele con le visite a Gerusalemme, Tel Aviv, Nazaret, Betlemme e l’incontro con il cardinale Martini. «Sottoscrivo pienamente l’intervento del presidente Berlusconi, ci sono stati 11 morti per una polemica che poteva essere evitata...», ha sottolineato. La Bit è stata anche l’occasione per Albertini di intervenire su Milano città turistica, e lo ha fatto con sottolineature di quel city marketing di cui molti sindaci di grandi città del mondo si fanno portavoce. Parlando in Fieramilanocity al convegno sul turismo come fattore di sviluppo dell’economia italiana, ha infatti ricordato l’attrattiva che eserciterà, anche in funzione turistica, la Milano del futuro, dei grandi progetti urbanistici delle «firme» dell’architettura: dai grattacieli nell’area della vecchia Fiera alla città della Moda. «Aver sviluppato le infrastrutture, cablato la città, restaurato i grandi monumenti storici valorizzandoli, aumentato la sicurezza con i vigili di quartiere e il sistema delle telecamere che ha portato alla riduzione dei reati del 30% dal ’99 al 2002, è essenziale anche per la crescita turistica di Milano», ha detto. Orgoglio per le cose fatte e sulle proposte («Sul road pricing mi fa piacere che la regione abbia capito dopo 4 anni quello che un cittadino medio ha già capito» ma anche un rammarico: non aver risolto il problema dei taxi. Introvabili, cruccio dei milanesi anche degli stranieri che arrivano in città. «La politica professionale si è ben guardata dal toccare una corporazione così potente - ha detto Albertini -. Per avere lo stesso rapporto fra taxi e abitanti che c’è a Londra bisognerebbe aumentare il numero delle licenze di 1938 unità. Ne avevo chieste 500, ne ho avute 288 (il 6%), numero irrilevante se si pensa che nel frattempo è stato aperto il nuovo polo fieristico di Rho Pero, che è collegato dal metrò, ma richiede la presenza continua di taxi. Non ho risolto il problema perché non avevo il potere di definire il numero delle licenze se non d’accordo con altri tra cui la Regione che credo abbia la possibilità di intervenire sul numero delle licenze, senza interventi straordinari del governo».
Ma l’inaugurazione della Bit, organizzata da ExpoCts (in apertura del convegno il presidente Adalberto Corsi ha letto un messaggio inviato dal premier Silvio Berlusconi), è stata anche l’occasione per la prima uscita di Carlo Sangalli nella veste di presidente nazionale di Confcommercio. Intervento atteso, il suo, perché Confcommercio (a Milano l’Unione del commercio) rappresenta tutte le categorie dell’industria delle vacanze e produce l’11,5% della ricchezza dell’Italia. «Il turismo è un fattore di traino del sistema Paese - ha spiegato Sangalli - e quindi deve essere sostenuto da una politica forte e coordinata fra tutti i livelli istituzionali, evitando dispersioni di risorse. Il governo, istituendo la cabina di regia, ci ha offerto l’occasione importante per ragionare in questa ottica e dotare il Paese di una strategia di promozione strutturata e d’impatto. La “questione turismo” dovrà essere al centro del lavoro del prossimo governo con la massima priorità».
Messaggio raccolto dal ministro per le Attività produttive Claudio Scajola, che ha ricordato le cose positive fatte dal governo Berlusconi, che in questi anni ha posto le basi per il rilancio del settore turistico investendo circa 3 miliardi di euro.

Che, non bastano, però, «se tutti assieme non cogliamo appieno queste nuove opportunità».

Commenti