Letteratura

Così la Milano del sapere rilegge il genio Leonardo

Serata sulle scoperte e il rapporto con la città Tra gli ospiti la star della Fisica Fritjof Capra

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Rientra nelle celebrazioni del centenario dell'Università degli Studi la serata Come raccontare una scoperta che si terrà giovedì nella chiesa Santa Maria delle Grazie (ore 19.30), nel giorno della morte di Leonardo Da Vinci. Il palinsesto del centenario è curato dal regista Massimiliano Finazzer Flory che lo ha proposto in vari punti della città (i precedenti si sono svolti all'Orto Botanico e al teatro Studio) «nel rispetto del fine delle conoscenze universitarie che è quello di essere divulgate». Fra gli ospiti il fisico Fritjof Capra, autore del «Tao della fisica» e fondatore del centro per l'Ecoalfabetizzazione (Center of Ecoliteracy) in California, il botanico e saggista Stefano Mancuso che è anche direttore del Laboratorio di Neurobiologia vegetale di Firenze, Roberta Barsanti, direttrice del museo leonardiano di Vinci, Maria Teresa Florio, storica dell'arte. La serata si aprirà con i saluti del rettore della Statale Elio Franzini, del prorettore dell'Università degli studi di Firenze, Marco Pierini e del Priore dei domenicani di Santa Maria delle Grazie, Fra Antonio Visentin.

Si ritrovano insieme i rappresentanti di tante discipline solo in apparenza slegate, la sintesi è Leonardo, genio poliedrico, affascinato dall'arte come dalla botanica, dalla conoscenza dell'uomo e di quella del cosmo. Leonardo «che abitava vicino a Palazzo Reale e percorreva via Festa del Perdono tutti i giorni per raggiungere il Cenacolo» ha documentato Finazzer. Le due università hanno entrambe un secolo di vita, il 15 aprile ricorre l'anniversario della nascita dello scienziato di Vinci, il 2 maggio quello della sua morte a Milano. Perciò gli atenei fiorentino e milanese si sono uniti per le celebrazioni. «L'approccio sistemico di Leonardo continua a ispirare il mondo scientifico ancora oggi» ha fatto notare Finazzer. «Il fil rouge è nel titolo: come si racconta una scoperta: con desiderio, metodo e amore, con l'arte e la bellezza».

La direttrice del museo leonardiano, Roberta Barsanti, si soffermerà sulle caratteristiche dell'artista adolescente, «un grande osservatore, cui non sfuggiva nulla». Capra evidenzierà l'interesse del genio di Vinci per la natura. Oltre che per il «Tao della fisica» che mette in risalto le corrispondenze fra scienza e mistica, Capra è famoso anche per aver fondato un centro che si prefigge di porre i bambini in contatto con la natura. Leonardo è stato il primo scienziato a individuare il tropismo, l'orientamento delle piante verso il sole e parlò anche del rapporto fra l'uomo e le piante. «Non solo: era convinto delle connessioni fra macro cosmo e micro cosmo, dall'universo alle cellule» ha precisato Finazzer. Stefano Mancuso, botanico, afferma spesso che «ogni specie che vive sul pianeta ha pari dignità con le altre. La vita è un'immensa rete, le specie sopravvivono perché ci sono anche le altre, ogni volta che si crea un buco nella rete e una specie si estingue, la rete deve ripararsi». E poi: «La relazione con le piante si costruisce, mia mamma riempiva casa di piante - ha ricordato Mancuso - noi si doveva fare lo slalom per passare da una parte all'altra. Quando ho iniziato a studiarle le amavo già. Cosa si chiede a un amico? Che ti sappia ascoltare e che, in sua compagnia, ci si rilassi se si è sotto stress, questo rappresentano le piante per me».

Ad arricchire la serata intermezzi con musiche di Bach ed Ennio Morricone dell'oboista dell'Orchestra Sinfonica Paola Scotto e le letture dell'attrice Jasmine Monti tratte da Le calze rosa di Salaì di Pietro C.

Marani.

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