«Così Milano è tornata a produrre»

«Il treno dell’economia milanese si è rimesso in moto. E’ uscito dal tunnel della crisi. Il segnale di ripresa è stato dato dall’interscambio estero e per l’industria si può dire concluso il ciclo recessivo degli ultimi anni». Con un segnale del tutto rincuorante, il presidente della Camera di Commercio di Milano, Carlo Sangalli, ha commentato ieri il rapporto annuale «Milano Produttiva», giunto alla ventunesima edizione. Un bilancio dell’economia della città e provincia per il 2010.
I dati. Export: +12,8%. Import: +13%. Tasso di crescita: +2,3%, terzo in Italia. Il grafico dell’economia riporta la curva pericolosa degli ultimi anni verso valori positivi grazie ai settori dell’elettronica e telecomunicazioni, il software e la moda. Importanti per questo rilancio sono state le aziende degli stranieri, realtà di un’economia robusta con crescita delle società di capitale (+3,7%). Arrivano a 22.371 le ditte individuali di imprenditori extracomunitari nella provincia. Sono aumentate dell’8,1%: primeggiano gli egiziani, seguono i cinesi e i rumeni.
«Milano produttiva - ha specificato Pier Andrea Chevallard, segretario generale della Camera di Commercio - è un punto di riferimento da cui partire per azioni e interventi mirati alle imprese da parte delle istituzioni». Se la ricchezza e il reddito delle famiglie risalgono rispettivamente del +2,7% e 0,6%, purtroppo continua ad essere in crescita la disoccupazione - dal 5,7% al 6,2% - e soprattutto quella giovanile: 14% per i diplomati e 12,8% per i laureati. Sebbene ancora bassa (+0,6%), la positività dell’indice Icm, che misura le aspettative delle aziende, segnala l’attesa di un miglioramento della congiuntura.


Per un’impresa milanese su due i progetti più importanti sono il sostegno al lavoro, all’occupazione e gli incentivi all’innovazione, mentre una su sei punta sul miglioramento delle infrastrutture. E’ quanto emerge da una ricerca dell’Ispo di Renato Mannheimer su un campione di 500 aziende.

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