Così nasce la Formula Uno dell’acqua

Il nuoto pinnato è uno sport che si basa sull’uso della monopinna per muoversi in acqua. Si è sviluppato intorno agli anni Cinquanta grazie ai praticanti di pesca subacquea. Presto è diventata la disciplina più veloce in assoluto fra le attività natatorie. Una specie di Formula Uno dell’acqua, dove i nuotatori avanzano con uno stile simile al «delfino». Prevede gare di velocità e di fondo, in apnea o in superficie, in piscina o in bacini d’acqua naturali. Nelle sfide in apnea gli atleti sono muniti di bussola e conta metri, oltre che di maschera e tubo per respirare. La monopinna, introdotta del 1971 al posto delle tradizionali pinne, è realizzata in fibra di vetro, carbonio e kevlar. A livello mondiale il nuoto pinnato è gestito dalla Confederazione mondiale delle attività subacquee (Cmas). La stessa Confederazione provvede a organizzare ogni due anni i campionati del mondo. In Italia, quello del nuoto pinnato, è uno dei cinque settori raggruppati sotto la Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee). È una pratica in via d’espansione, come precisa il presidente, Ugo Matteoli: «Il movimento del nuoto pinnato è in costante crescita, come dimostrano i risultati del campionato del mondo di Torino.

E non mi riferisco solo a quel fenomeno che è Figini, grande campione, ma anche agli altri ragazzi che nella 4X200 hanno sconfitto i russi, imbattuti nelle dodici precedenti edizioni del Mondiale».

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