Così la ripresa della locomotiva tedesca avvanteggerà l’Italia

La crescita del Pil in Francia ma soprattutto in Germania è una buona notizia per l’Italia e potrebbe tradursi in un effetto positivo per il Prodotto interno lordo del nostro Paese nel terzo trimestre. Analisti ed economisti sono concordi nel leggere questi dati come un’indicazione positiva, anche se con la dovuta cautela.
Per Antonio Cesarano, analista di Mps Capital Service, l’Italia «deve guardare soprattutto alla Germania essendo il primo partner commerciale e questo può riverberarsi per noi nel terzo trimestre». In realtà quello a cui si deve anche stare attenti - chiarisce Cesarano - è la crescita della Cina visto che c’è un «effetto export per la Germania che dipende anche dalla crescita cinese, e bisogna vedere se la Cina anche nel terzo trimestre manterrà un tasso di crescita del pil del 7,9% su anno come quello che si è avuto nel secondo trimestre». Per il momento c’è un rallentamento in Cina «negli investimenti e nei prestiti alle banche» che non fa pensare al meglio ma comunque la crescita della Germania resta una buona notizia per l’Italia ed evidenzia che «le misure di stimolo dei governi stanno dando i primi risultati».
Secondo l’analista di Mps Capital Service, a spingere il Pil tedesco, «anche se i dati in dettaglio non li abbiamo, sono stati la spesa pubblica e il settore delle costruzioni». Probabile dunque che nel secondo trimestre abbiano sortito effetti positivi gli stimoli sul settore delle infrastrutture. Inoltre, chiarisce Cesarano, un altro effetto positivo potrebbe venire nel terzo trimestre da quella parte del piano tedesco che «prevede un taglio della tasse per i consumatori e che ha iniziato ad avere effetti da luglio». Soldi in più nelle tasche della gente e che potrebbero fare da traino a una ripresa dei consumi.
Per Daniel Gros, economista del Ceps (Center for european policy studies), i dati non vanno visti come delle crescite ma come «stabilizzazioni». «Certo - aggiunge - l’Italia va un po’ meglio se gli altri non continuano a cadere». Cautela anche da Giulio Sapelli, storico dell’economia, secondo cui «avremo di fronte a noi diversi di questi picchi, alti e bassi. Certamente è un segno del fatto che probabilmente il fondo è stato toccato ma il peggio ancora non è passato».


Comunque i dati sono positivi «soprattutto per la produzione industriale». «Certamente - conclude Sapelli - ci sarà un effetto positivo sul terzo trimestre anche in Italia ma solo in alcuni settori perché l’incertezza continuerà».

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