«Carta stampata: un mondo da salvare» è lo strillo di copertina dellultimo numero di Azienda Edicola, bimestrale dello Snag, il più grande sindacato italiano degli edicolanti, che da 24 anni informa con notizie tecnico-professionali sul mestiere dei rivenditori di giornali.
«iPad: laltra edicola» è invece lo strillo di copertina dellultimo numero di New Tabloid, house organ dellOrdine dei giornalisti della Lombardia, autorevole testata attenta alle nuove tendenze del mercato delleditoria. E gli editori che cosa scelgono? Edicola o iPad? A rispondere è Armando Abbiati, presidente dello Snag da 16 anni e componente del Consiglio nazionale di Confcommercio.
Edicola o iPad: uno in alternativa allaltra o complementari?
«Corrono veloci le nuove tecnologie. Ma gli edicolanti non stanno a guardare. Nella filiera delleditoria sono i più attivi e hanno proposte da vendere. Anzi, per vendere. Chioschi illuminati per dare più sicurezza alle città, fidelity card per i consumatori, rete vendita informatizzata, abbonamenti da ritirare in edicola: sono alcune delle proposte per far girare meglio leconomia editoriale. E invece? In Italia c'è qualcosa che non va, direbbero le mitiche finte Iene di Zelig.»
Allora, presidente Abbiati, che cosa cè che non va?
«La politica degli editori. A me non pare che gli editori siano bravi imprenditori né bravi commercianti. Hanno il privilegio di avere una rete vendita tutta dedicata a loro e anziché coccolarla, la bistrattano. Un buon imprenditore coccola la propria rete di vendita, soprattutto in un periodo in cui il mercato è in forte contrazione. Gli editori, invece, ci prendono a schiaffoni. I lettori devono sapere che non siamo noi a decidere cosa ricevere ed esporre in edicola. Decidono loro in virtù della legge, stabilita nel Dopoguerra per ben altre motivazioni, che tutela la parità di trattamento. Spesso stampano pubblicazioni e prodotti senza data, cambiano la copertina lasciando linterno magari vecchio di tre anni, o applicano a prodotti di qualsiasi genere uno sticker adesivo facendoli diventare periodici, svendono abbonamenti con sconti fino all80% e spudoratamente chiedono sovvenzioni al governo».
Che cosa si può fare?
«Lo scorso 27 ottobre abbiamo presentato al sottosegretario Paolo Bonaiuti un documento unitario, firmato da tutte le Organizzazioni sindacali in cui evidenziamo interventi urgenti e necessari, sia a livello normativo sia fiscale. Ma occorre fare presto. Perché gli edicolanti sono stanchi e continuando così, tra un po, ne vedremo delle belle».
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