Così lo sceicco dal carcere ha conquistato Hebron

L’organizzazione sociale creata da Atem Kafish è stata la chiave del travolgente successo di Hamas nella grande città della Cisgiordania

da Hebron

Lo sceicco Atem Kafish è in galera, ma la sua gioiosa macchina da guerra non si ferma. Anche senza di lui la sua brigata di filantropi, assistenti sociali, insegnanti, medici e allenatori sportivi ha conquistato il cuore e la mente di Hebron. Le sorgenti dell' «ondata verde» che ha travolto la più grande città della Cisgiordania sommergendo i candidati di Fatah e regalando i nove seggi della circoscrizione ad Hamas sgorgano da questo palazzo affacciato su uno dei vialoni della città. L'insegna, discreta e sottotono, annuncia semplicemente un'Associazione dei Giovani Musulmani. Ma dietro quella porta agisce e tesse consensi la miriade d'associazione umanitarie, sportive e caritatevoli che avviluppa in una complessa ragnatela la vita sociale di Hebron.
Nell'ufficio di Atem Kafish, sceicco e presidente dell'associazione, c'è ora il suo 36enne braccio destro, Tarek Al Jaraibi. Il grande capo resta, però, virtualmente onnipresente. Volendo, come spiega il fedelissimo vice, potremmo addirittura parlargli al telefono. «Da quando è stato eletto deputato non ci sono più problemi - spiega cortese Tarek Al Jaraibi - possiamo anche chiamarlo al cellulare e parlare direttamente con lui, ormai gestisce tutto dalla cella». Ma per capire come funzioni quest'enorme generatore di consenso sociale e politico bastano i numeri e le spiegazioni del fido Al Jaraibi. L'Associazione dei Giovani Musulmani, uno dei mille volti assunti da Hamas per conquistare la fiducia dei palestinesi, allena solo ad Hebron 2500 sportivi impegnati in dieci discipline diverse, istruisce in due scuole un migliaio di studenti dai sei ai 14 anni, alleva 1200 pargoli distribuiti in sei asili, assiste 900 orfani, consegna a domicilio i pasti necessari alla sussistenza di circa 200 famiglie. Una seconda grande madre capace, insomma, di supplire alle croniche inefficienze del sistema sociale gestito dall'Autorità Palestinese.
«La differenza tra noi e l'Autorità è molto semplice - tira corto Al Jaraibi - loro sono corrotti e si mangiano il denaro del popolo, noi abbiamo le mani pulite e distribuiamo ai poveri o investiamo in attività sociali quel che riceviamo dalle opere di carità». Meno chiaro è da dove arrivi il denaro che fa girare questa gigantesca macchina delle buone azioni. Dal punto di vista islamico l'Associazione dei Giovani Musulmani di Hebron è semplicemente parte della Daawa, ovvero la realizzazione concreta di quell'obbligo alla carità, la Zakat, considerato uno dei cinque pilastri dell'Islam. «Ogni buon musulmano- spiega al telefono Abdul Khader Al Atthar, direttore dell'Islamic Society, la più grossa associazioni di beneficenza della Striscia di Gaza - deve donare una parte del suo reddito ai bisognosi. Noi ogni anno, grazie alle donazioni raccolte in Palestina e all'estero, mettiamo insieme circa due milioni di dollari». Un rivolo di quei due milioni di dollari dovrebbe insomma alimentare anche l'Associazione dei Giovani musulmani.
Le attività più redditizie dal punto di vista politico sociale restano comunque quelle sportive. «Le attività d'assistenza sociale richiedono un grande flusso di finanziamenti mentre quelle sportive si autoalimentano - spiega Al Jaraibi -: i 2500 iscritti alle nostre dieci discipline ci finanziano con la loro quota d'iscrizione e attirano ogni giorno altri giovani. Per noi questo è importantissimo, chiunque mette piede qui dentro percepisce la differenza qualitativa tra il nostro sistema e quello dell' Autorità Palestinese e, alla fine, anche se non condivide le nostre idee, finisce per rispettarci».

Ma lo sport nell'ottica di Hamas è anche la via migliore per creare una società ordinata, disciplinata e ancorata ai principi dell'Islam e della disciplina interiore. «Per resistere all'occupazione abbiamo bisogno di creare militanti forti e preparati e lo sport - ammette Al Jaraibi - ci aiuta a creare una generazione di giovani forti nel carattere e determinati nello spirito».

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