La notizia, giornalisticamente parlando, non era male. Poteva essere la bomba ecologica dell'anno. Una bomba a orologeria pronta a esplodere nel cuore di Nervi. Capace di far saltare sulla sedia migliaia di persone per lo scampato pericolo. Visto che secondo la Prono, agenzia di stampa della Provincia, «da oltre 40 anni a Nervi all'interno della ditta Garbellini operava un impianto di produzione abusivo di sostanze impermeabilizzanti e una discarica di rifiuti pericolosi». «Una discarica di amianto e fusti in via del Commercio», titola lo scorso 24 aprile sul sito della Provincia la Prono che non manca di riferire circa un fantomatico «sequestro di centinaia di fusti contenenti sostanze anche pericolose». All'articolo non manca una foto che riprende un ammasso di contenitori sporchi e arrugginiti. «Quei fusti non sono i nostri, quella non è la nostra azienda», protesta Gian Maria Morini, legale rappresentante della Garbellini, alla Prono che a distanza di una settimana, in sordina, cancella la parola «amianto» dal titolo senza spiegare l'errore. Una vicenda che inizia lo scorso autunno, racconta Morini: «a seguito di un controllo da parte della polizia nel magazzino di via del Commercio dove gli uffici erano in ristrutturazione e durante i lavori era stato estratto dal muro un piccolo tubo di Eternit di 12 centimetri che è stato successivamente smaltito». «Sarebbe questa la famigerata discarica di amianto», sorride Morini nel mostrare una foto del tubo insieme alle analisi dell'Arpal che dopo aver analizzato i rifiuti del magazzino li ha classificati come «non pericolosi».
A complicare la vicenda è la questione del materiale isolante utilizzato dalla ditta per rifare facciate o isolare terrazzi. Si tratta di un brevetto ottenuto miscelando resine a materiale inerte e realizzato dall'ingegnere Mario Garbellini fondatore dell'azienda nel 1930, spiega l'attuale responsabile nel mostrare un altro certificato dell'Arpal che ha catalogato nel 1997 il brevetto come non pericoloso. La questione è se l'impianto di miscelazione di via del Commercio dovesse avere o meno l'«autorizzazione per le emissioni in atmosfera». «Non l'abbiamo chiesta perché pensavamo che non fosse necessaria visto che nessun derivato dalla miscelazione finisce nell'aria», spiega Morini nel mostrare la denuncia dell'impianto fatta al Comune e i controlli effettuati dalla Asl. Eppure: «impianto di produzione abusivo», compare sul sito della Provincia.
Al tempo stesso la Prono rassicura i cittadini: «sono in corso avanzato le operazioni di bonifica della zona e i rifiuti sono via via rimossi ed avviati a un corretto smaltimento». Che tradotto: «La famosa opera di bonifica si è conclusa portando via due camion di detriti in mezza giornata».
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