Roma

Così si difende la moglie di Montaguti

Antonella Aldrighetti

Il manager dell’Umberto I Ubaldo Montaguti schiera un tris di avvocati per difendere la moglie dalla Fials-Confsal. L’udienza in sede civile per la discussione della legittimità del contratto che il direttore generale del nosocomio universitario aveva stipulato alla consorte Daniela Celin si è tenuta ieri dinanzi al giudice del lavoro. La sentenza è attesa da qui a una decina di giorni. Ma per entrare nelle more del giudizio e avvalorare la tesi secondo cui un dirigente pubblico possa conferire un alto incarico anche alla propria moglie, il manager ha addirittura chiamato a sé ben tre legali. Due dei quali professionisti esterni e cioè non dipendenti dall’amministrazione ospedaliera. Il collegio dei giuristi durante l’udienza, a difesa delle posizioni del manager che ne aveva siglato l’ingaggio il 29 agosto scorso (per la durata di 5 anni, alla cifra di 108.455 euro e un bonus del 20 per cento sul raggiungimento degli obiettivi prefissati) ha fatto appello all’alta professionalità della dottoressa Celin, dimostrata presentando un curriculum di ben 16 pagine. Si tratta di «una dei maggiori esperti sul piano nazionale in materia di gestione sanitaria, con un curriculum unico in Italia, fatto che non poteva impedire a Montaguti di arruolarla (...) contando pure che la situazione economica e finanziaria in cui versa il Policlinico è disastrosa» come ha esplicitato l’avvocato Rosaria Russo Valentini, puntando l’indice proprio sugli oltre 150 milione di euro di disavanzo attuale in cui versa l’azienda. Che dire invece dell’antisindacalità sulla base della quale si fonda la seconda parte del giudizio? Per i legali del manager si commenta da sola. Anzi. «È pericoloso - ha ammesso la Russo Valentini - che il sindacato metta becco nelle assunzioni dei dirigenti perché i contratti di collaborazione sono fiduciari e ad personam». Ma allora la Fials-Confsal dovrebbe tacere invece di tutelare quel personale interno all’azienda che magari potrebbe vantare doti professionali equivalenti? «Nemmeno per sogno, anzi per dimostrare che all’interno dell’Umberto I ci sono figure quotate almeno quanto la Celin abbiamo depositato il curriculum di un giovane medico ricercatore di 46 pagine - replica il segretario regionale Gianni Romano - motivo che si aggiunge alla richiesta di annullamento della nomina perché disposta in aperta violazione di legge, omettendo di verificare se all’interno della struttura sanitaria fossero presenti figure professionali alle quali potere conferire l’incarico senza necessità di assumere personale esterno e con inammissibile aggravio di spesa». E da qui l’altro «asso nella manica» del sindacato di categoria: la richiesta al giudice del lavoro Palladini di inviare il provvedimento e quindi anche gli allegati presentati in udienza direttamente alla Procura della Repubblica. Se la domanda venisse accolta allora sì che il «caso Montaguti Celin» si arricchirebbe davvero di un nuovo capitolo. Contando pure che, ad oggi, già la Corte dei conti avrebbe un fascicolo aperto sulla vicenda dopo l’esposto presentato da alcuni esponenti dell’opposizione regionale. E che già da ieri hanno visto accolta la richiesta sull’audizione di Montaguti in commissione sanità alla Pisana.

La convocazione è prevista per l’11 prossimo.

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