Siamo stati in silenzio per undici giorni, ma ora che nostra madre sta morendo vorremmo dichiarare quanto segue: nostro padre per tutta la sua vita è stata persona capace, onesta e corretta e saprà difendersi dalle accuse vili e false sottoposte al pubblico ministero da individui senza scrupoli. In questo lo aiuteremo con tutte le nostre forze anche se il danno alla sua immagine rimarrà irreparabile.
Nostra madre, se pur malata da sei anni, era attiva. Il giorno dellarresto di papà era a casa a pranzo con lui e con amici di passaggio a Genova. Alla sera ha pianto per nostro padre, alla mattina è svenuta, al pomeriggio è stata colta da febbre altissima e siamo stati costretti, su suggerimento dei medici, a ricoverarla in clinica. Non si è più ripresa ed ora è incosciente e in fin di vita.
A nostro padre, ben sapendo le condizioni di nostra madre, sono stati estesi gli arresti domiciliari di una settimana, come se si trattasse di un criminale. Lunico gesto di umanità è stato quello di permettergli di visitarla in ospedale.
Tutti i giorni, se non bastasse quanto accaduto, vengono fatti filtrare ai giornali spezzoni di registrazioni telefoniche incomplete e quindi fuorvianti, così da ricoprire di fango ulteriormente limmagine di nostro padre.
Nulla si è più saputo invece delle accuse che lui aveva rivolto allautorità giudiziaria di gravi illeciti commessi da altri. Si è preferito colpire chi ha scoperto le tante e gravi magagne, anziché toccare i veri approfittatori.
Ci chiediamo: che giustizia è mai questa?
Alessandro Novi e Cristina Novi
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