«Così trovo una casa a chi vive a cinque stelle»

Barbara Magro non si definisce un agente immobiliare. «Piuttosto una consulente di alto livello» per proprietà «di nicchia». Quelle che pochi possono permettersi e che lei cerca, soprattutto in centro a Milano, «con calma, psicologia e intelligenza». E poi un archivio di contatti, informazioni, dettagli sul territorio, i patrimoni, le disponibilità. Altoatesina di nascita, quasi quarantenne, dal mondo della moda e delle pubbliche relazioni è passata a quello delle case di lusso e in dieci anni ha consolidato la «Barbara Magro Luxury Real Estate», la sua agenzia in centro a Milano. Dove negli ultimi mesi le richieste si sono moltiplicate.
Ma come, si parla di crisi e le richieste di appartamenti così lussuosi aumentano?
«Dal settembre scorso c’è stato un risveglio notevole, le richieste si sono moltiplicate. In realtà il mio settore, cioè il residenziale bello a Milano, non ha risentito della crisi».
Nessun contraccolpo?
«Magari le trattative si sono allungate, ma né i prezzi né il mercato sono crollati. E poi negli ultimi cinque mesi le richieste sono aumentate, sia da parte di chi vende ma, soprattutto, da parte di famiglie importanti, che cercano immobili di pregio».
Come mai?
«Oggi se hai un capitale, che cosa ci puoi fare? Molti esitano a investire in Borsa. Invece l’immobile di pregio mantiene il suo valore, sempre. Il problema è che Milano non è Parigi o New York: la ricerca è lunga».
E come si svolge?
«Abbiamo dei segreti, un archivio di cui siamo molto gelosi. Noi spesso andiamo a cercare una zona, una via o addirittura un palazzo preciso: ci vuole una cura particolare per un cliente come il nostro, che vuole una bella proprietà a Milano».
E che caratteristiche deve avere?
«Deve avere caratteristiche uniche. Per esempio in centro, con un bel terrazzo, silenziosa, con l’affaccio sul parco. Magari d’epoca e, comunque, ben curata e ben abitata».
Che cosa vi chiedono più spesso?
«Molti desiderano l’indirizzo giusto. Cioè il Quadrilatero, via dei Giardini, via Mozart. E di case belle ce ne sono veramente poche. Per assurdo ci sono molte richieste e poche proprietà all’altezza».
Da riviste e annunci sembrerebbe il contrario...
«Ci sono tante case a Milano, ma poche con caratteristiche particolari, quelle che ci chiedono i nostri clienti. La famiglia importante cerca una casa speciale. Noi trattiamo proprietà di pregio, quasi mai sul mercato: la discrezione è fondamentale, sia per chi cerca, sia per la proprietà stessa».
Qualche cifra?
«Diciamo che un appartamento di nicchia non scende mai sotto i 10mila euro al metro quadro. Fino ad arrivare a 18-20mila. Può essere anche un’abitazione piccola, ma con il terrazzo e una bella vista. Ovviamente la famiglia chiede metrature più ampie. Molti ci conoscono grazie al passaparola».
Insomma niente annunci?
«No. Molti ci conoscono già, hanno comprato con noi e poi ci chiedono di vendere il loro immobile. In ogni caso dobbiamo sempre selezionare: la nostra soglia è intorno al milione e mezzo di euro, è molto difficile che trattiamo qualcosa di valore inferiore».
E fino a che cifre arrivate?
«Il dieci per cento della nostra attività riguarda ville in località importanti, anche di vacanza. Per esempio ora trattiamo una villa a Moltrasio, sul lago di Como, veramente unica. In questi casi si possono raggiungere dei veri eccessi, fino a 60 milioni di euro».
Ma ha cominciato subito a trattare case così lussuose?
«Lavoravo nel mondo della moda e delle pubbliche relazioni, poi una mia parente mi chiese di vendere una villa fuori Milano... Ho iniziato così».
E fra tutti questi appartamenti, ce n’è qualcuno che l’ha conquistata?
«Be’, mi innamoro spesso delle proprietà. Ora sto trattando un appartamento molto bello in pieno centro, 400 metri quadri, completamente circondato dal verde: meraviglioso».
Non sarà a buon mercato...
«Sugli 8 milioni. Però per trovare la casa giusta ci vuole tempo: anche uno o due anni di lavoro capillare, ventiquattr’ore su ventiquattro. Il tutto molto di basso profilo, sia per proteggere le persone, sia per non screditare le proprietà. La discrezione per noi è fondamentale».
L’appartamento più costoso?
«Uno vicino a via dei Giardini, 12 milioni: un pezzo unico».
Qualche dettaglio?
«Affaccio totale sul parco, silenziosissimo anche se a due passi da Montenapoleone, terrazzi, privacy totale, ingresso di rappresentanza».
Che cosa non può mancare?
«Silenziosità, luminosità, altezza dei soffitti adeguata. Il resto va a gusti: c’è chi ama il terrazzo e chi no, ma a Milano l’affaccio sul verde è di per sé prestigioso, perché raro».
Il vostro cliente tipo?
«Grandi nomi della finanza, della politica, della televisione, dello sport. Industriali e imprenditori. E anche giovani coppie di famiglie importanti, già clienti, che hanno avuto figli a loro volta».
Ma sono solo milanesi?
«No, anzi. Anche tedeschi, russi, polacchi e svizzeri comprano molto qui a Milano. E poi, per le ville importanti, soprattutto arabi, indiani e una nicchia di russi».
E lei dove vive?
«A Bergamo alta, in una splendida casa del Quattrocento. Poi ho un pied-à-terre qui a Milano. E viaggio spesso per lavoro, soprattutto fra Emirati, Arabia Saudita, Mosca, Stati Uniti».
Quanti clienti avete in un anno?
«Non molti numericamente. Ma gestiamo anche venti o trenta proprietà contemporaneamente. Il mio team è composto da consulenti tutti specializzati».
E c’è qualcuno che la fa impazzire per le sue richieste?
«Altroché. È difficile soddisfare tutte le esigenze. A volte facciamo vedere anche dieci proprietà, che per noi è un record, visto che ogni appuntamento è molto mirato».
E che cosa non convince?
«Magari ci sono motivi apparentemente superficiali, ma insormontabili per quella persona: per esempio una cucina non abbastanza luminosa. Il fatto è che la casa è come l’amore: si fa fatica a trovarlo, ci vuole il colpo di fulmine. Devi capire anche il momento, l’aspetto emotivo. Perciò amo molto la psicologia: è fondamentale per capire quello che il cliente cerca davvero».
In media quanto è disposto a spendere?
«Dai tre ai sette milioni di euro».
Che aspettative ha per il futuro?
«Credo che nei prossimi cinque anni chi vuole vendere o comprare immobili di nicchia avrà un tornaconto positivo. Questa fascia non perderà, anzi».
Nuovi progetti di lusso?
«Credo che l’Expo sarà una grande occasione, anche dal punto di vista immobiliare e urbanistico. Ora Milano non è né carne né pesce, cerchiamo lo sviluppo verso l’alto, ma la nostra cultura è di palazzi solidi. La città potrà maturare molto, la strada è quella giusta».
Però i suoi clienti...
«Difficilmente andranno nel grattacielo. Magari le generazioni future. È come con la villa in Sardegna: la Maddalena è solo lì, come il centro di Milano. Sono posti unici, che necessariamente aumentano di valore.

Altro che Dubai o Panama... Io sconsiglio sempre ai miei clienti di comprare all’estero: meglio puntare sull’Italia, sulle nostre città, che sono davvero uniche. E non perdono mai valore. Perché oltre al cuore ci metti anche il portafoglio».

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