«Così Unioncamere sostiene l’economia»

Un’organizzazione capillare che l’anno scorso ha investito 62 milioni di euro in iniziative volte alla promozione dell’economia piemontese, confermandosi così uno degli attori chiave per la crescita del tessuto imprenditoriale del Piemonte. Un sistema di grande efficienza che risponde dinamicamente agli effetti della crisi internazionale fornendo alle 400mila aziende sparse sul territorio della regione, che rappresentano una buona fetta del Pil nazionale e che danno lavoro a oltre un milione e mezzo di addetti, strutture operative, iniziative ad ampio raggio su tutto lo scacchiere mondiale, promozioni per settore produttivo, partecipazioni a fiere e a convegni.
Una macchina da guerra che sta rispondendo colpo su colpo all’incalzare della crisi e che promuove poli d’eccellenza, programmi di riconversioni industriali, vaste battaglie in difesa del made in Italy, e intense promozioni dell’Euroregione delle Camere di commercio italo-francesi grazie alla sede operativa di Bruxelles. Un struttura efficiente e solida, insomma, che non demorde e somma esperienze secolari di risposte alle crisi e alle mutazioni degli scacchieri economici in un territorio che ha rappresentato uno dei maggiori poli mondiali dell’automobile e del manifatturiero dalla fine dell’Ottocento ad oggi.
«Nonostante i colpi inferti dalla crisi che ha investito l’economia mondiale, il grado di internazionalizzazione del Piemonte continua a crescere, progredendo rispetto alla media italiana - commenta Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte e Unioncamere nazionale -. L’Indice di internazionalizzazione del Piemonte tiene conto di indicatori sia sociali che economici: in un mercato sempre più globale, giocano un ruolo fondamentale nel grado di proiezione internazionale di un territorio la dotazione di capitale umano, la conoscenza e la natura delle relazioni istituzionali. Le scelte localizzative delle imprese sono, infatti, sempre più orientate alla ricerca di un territorio complessivamente competitivo, che riesca a offrire un contesto positivo sia dal punto di vista ambientale e infrastrutturale che da quello istituzionale». L’impatto promozionale complessivo del sistema camerale piemontese è dunque pari a 62 milioni di euro, comprensivi di 36,4 milioni di euro di iniziative promozionali dirette e di 25,7 milioni di euro di risorse umane impegnate in tali iniziative. E che nel 2009 ha dato vita a 1.690 iniziative promozionali rivolte all’economia locale. Tra gli strumenti di promozione maggiormente utilizzati, la porzione più consistente è rappresentata da iniziative di marketing territoriale, da interventi trasversali a supporto dei settori tradizionali (industria, artigianato, commercio e turismo) oltre che dell’agroalimentare, dei trasporti e dell’accesso al credito: circa il 20% delle risorse finanziarie totali è rappresentata dalla partecipazione e dall’organizzazione di saloni, mostre, fiere e manifestazioni.


«Abbiamo lasciato finalmente alle spalle il 2009, l’annus horribilis per l’interscambio commerciale della nostra regione: la flessione dell’export delle nostre merci ha incominciato a ridursi, permettendoci così di tirare un po’ il fiato e continuare a investire sui nostri sistemi produttivi locali, individuando nuove opportunità commerciali per le aziende piemontesi e concentrando la nostra azione a favore delle imprese su alcuni obiettivi mirati. La vocazione delle Camere di commercio è infatti quella di favorire, incoraggiare e realizzare politiche di sostegno allo sviluppo economico e di tutela delle eccellenze piemontesi nel mondo».

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