Ma da dove è spuntato questo 17 marzo festa nazionale di cui quasi nessuno prima sapeva nulla? Se lo chiedono in tanti, anche lo storico Emilio Gentile nel suo libro-intervista Italiani senza padri
(edito da Laterza). Mi autodenuncio, la festa del 17 marzo è colpa mia,
almeno fui io la mosca cocchiera. Non vorrei sbagliarmi, ma la prima
volta che venne fuori il 17 marzo come festa nazionale fu in un
articolo apparso sul Giornale il 17 marzo di vent’anni fa. Proposi già
allora di festeggiare «il compleanno dell’Italia», mai festeggiata
durante la monarchia. Montanelli concordò, ma da italiano scettico.
Rilanciai la proposta in un libro. La proposi poi formalmente nel
Comitato dei garanti dell’Unità d’Italia. Ciampi, allora
presidente, fu entusiasta dell’idea, gli piacque la formula «una festa
di compleanno per l’Italia» e il comitato approvò unanime. Paolo
Peluffo, che rappresenta la presidenza del Consiglio in seno al
comitato, se ne fece portavoce efficace presso il governo. Alla fine la
proposta fu accolta. Lo annunciò in comitato il ministro della Difesa
La Russa.
Lo storico Gentile nota pure che aver celebrato il XX
settembre a Porta Pia col segretario di Stato vaticano, il cardinal
Bertone, «è stato un evento senza precedenti ». In preda a delirio
patriottico, mi assumo anche questa colpa, sempre da mosca cocchiera:
coordinando il comitato Roma Capitale, proposi di festeggiare il XX
settembre davanti alla breccia di Porta Pia
con i massimi rappresentanti della Chiesa romana, le autorità civili e i
bersaglieri. Un gesto per sanare simbolicamente la ferita, includere i
cattolici nella storia italiana e far riconoscere anche alla Chiesa
che fu positiva la fine del Regno pontificio e la nascita dello Stato
unitario con Roma capitale. L’Italia nacque di 17 e forse questo non
le portò fortuna. E nacque marzaiola, perciò instabile e pazzerella.
Ora, se volete prendervela con qualcuno per la festa, eccomi, pronto a sacrificarmi per la patria. Proposta di regalo per il compleanno di domani: per onorare l’Italia nazione culturale, dopo i tagli, date il via a un piano per il risorgimento della cultura con aiuti mirati.
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