In questi giorni, a seguito della drammatica vicenda di Maria, la bimba bielorussa che i genitori adottivi genovesi sono decisi a salvare dalle sevizie subite nell'Internat di Vileika, ho cercato di capire qualcosa di più sull'argomento. Ma le mie speranze, forse un po' ingenue, si sono scontrate con una situazione sconcertante. Da una parte il «regime» bielorusso cui, a quanto pare, poco importa del fatto che i diritti umani in Bielorussia valgano meno della carta straccia. Dall'altra una galassia di associazioni che si occupano di «aiutare» questi bambini, facendo loro trascorrere qualche breve periodo di vacanza in Italia. Io capisco sempre meno, lo confesso. Perchè tante associazioni? Che rapporti hanno con le autorità bielorusse? Da che parte stanno realmente? Vorrei sapere, sinceramente, di chi, in tutto questo, ci si possa fidare, perchè ho l'impressione di essere capitata tra le pagine di «Angeli sulla punta di uno spillo», il romanzo-verità sull'Urss di Druznikov.
Ho letto che il Consiglio dell'Unione Europea ha disposto la sospensione di ogni contatto bilaterale fra esponenti di governi «fino a quando la Bielorussia non avanzerà sulla strada dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e non rispetterà i principi costituzionali propri di uno stato democratico e di diritto». Benissimo. Ma se a Minsk se ne fanno un baffo dell'Unione Europea? Non è una novità, a dire il vero, che l'Ue non se la fili nessuno. Come se non esistesse, sigh.
Il Ministro dgli Esteri italiano, Massimo D'Alema, che dice? E la Ministra (così dice il sito internet del ministero, Ministra) delle Pari Opportunità, Barbara Pollastrini? Se qualcuno di loro esiste, per favore, batta un colpo, possibilmente su qualche tavolo governativo bielorusso!
Infine, perchè questa resta la domanda fondamentale, chi ha così tanta paura della Bielorussia? Passano anche lì i gasdotti ucraini?
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