La "Cosa Rossa" incalza Prodi e la Cdl attacca

Il premier richiama gli alleati alla responsabilità, ma i leader della sinistra non si fidano. Ferrero fa sospendere la seduta del cdm per "leggere le carte". Malumore di Fioroni e Parisi. Il Polo: manovra elettorale

La "Cosa Rossa" incalza Prodi e la Cdl attacca

Roma - Annunci, richieste, frenate: per un mese i partiti si sono rincorsi e hanno incrociato le spade, ma ora la finanziaria è sul tavolo del Consiglio dei ministri e dalle parole si passa ai fatti. Un passaggio, come sempre, delicato. Aprendo la riunione il presidente del Consiglio Romano Prodi ha infatti richiamato tutti alla responsabilità e alla necessità di rispettare conti e paletti. "Sarà una finanziaria di squadra, di cui dobbiamo essere fieri", ha detto il premier ai ministri parlando di una manovra di "sviluppo". Il Professore difende l'equilibrio della manovra 2008, che non premia una categoria a discapito di un'altra. L'obiettivo centrato - rivendica Prodi - è quello di aver messo in campo interventi a favore delle imprese, ma anche aiuti alle fasce più bisognose e agevolazioni per la casa. Un mix, sottolineano diversi partecipanti alla riunione, che il premier rivendica come fondamentale. O almeno questa è la speranza. Il Consiglio dei ministri inizia alle cinque di pomeriggio.
Welfare, costretti al rinvio dal diktat della sinistra Con un ordine del giorno che ha già subito una sforbiciata chiave: prima di entrare, il ministro del Lavoro Cesare Damiano mette la parola fine ai boatos e annuncia che il disegno di legge sul welfare non sarà approvato contestualmente alla manovra. Toccherà al Cdm il 12 ottobre dare il via libera al protocollo, che però - precisa Damiano - dovrà essere approvato definitivamente entro la fine dell'anno. Prodi dunque apre alla sinistra e fa slittare l'esame di uno dei capitolo più spinosi, a rischio di creare fibrillazioni al centro. Nel protocollo ci sono sia l'accordo sulle pensioni, sia le misure legate al mercato del lavoro. E se la riforma dello scalone Maroni la vogliono tutti, la lotta al precariato, da solo, per la Cosa Rossa non è sufficiente. La battaglia dunque è solo rimandata.

Ferrero (Prc) chiede una sposnsione per "leggere le carte" Welfare in stand-by ma anche un più soldi per la fasce più deboli, l'ambiente e la ricerca: si tratta di un miliardo e duecento milioni aggiuntivi che non possono non fare breccia. Anche perché, a conti fatti, sono un decimo della manovra, si ragiona in casa di Rifondazione Comunista. Il Consiglio dei ministri è però in corso e i leader della sinistra non si fidano, e prima di esprimere un giudizio vogliono vedere le carte. Tant'é che, a sera, il ministro Paolo Ferrero chiede una breve sospensione della riunione per poter leggere più attentamente le carte.
Il malcontento di Fioroni e Parisi Ma non c'é solo la Cosa Rossa: i malumori per le poche risorse sono diffusi. Tra i più innervositi, a inizio pomeriggio, il ministro dell'Istruzione Beppe Fioroni e il collega della Difesa Arturo Parisi. La mannaia dei tagli ha colpito pesantemente i dicasteri e i due titolari sono entrati in Cdm molto preoccupati. Nessuno vuole conti in disordine ma classi da 36 ragazzini non sono sostenibili, sarebbe stato il ragionamento di Fioroni. Se però l'emergenza scuola in serata sarebbe rientrata, Parisi continua invece a battere i pugni, convinto più che mai che in ballo ci sia una questione cruciale come quella della difesa del Paese. La Cdl all'attacco: manovra elettorale Se il centrosinistra deve fare i conti con molti distinguo, il centrodestra spara alzo zero.

Forza Italia e la Lega accusano il governo di avere progettato una manovra elettorale, mentre l'ex ministro degli Esteri Gianfranco Fini rispedisce al mittente le accuse di aver lasciato un miliardo di debito sul fronte della cooperazione internazionale. Lapidario il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, che consiglia a Prodi di "gettare la spugna".

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