Via Cossa, la verità sui lavori in corso: «Nessuno scempio È tutto in regola»

La vicenda dei lavori in corso al giardino di via Cossa non è andata esattamente come l’hanno riferita alcuni abitanti della zona. È la proprietà a precisarlo, rettificando una serie di informazioni sul caso raccontato mercoledì. Un legale, intanto, ha partecipato personalmente all'incontro di martedì 6 luglio tra la proprietà e le autorità incaricate di verificare i contenuti dell’esposto presentato a gennaio da alcuni dei condomini. Un esposto, e non una denuncia, presentato oltretutto solo da alcuni condomini di via Cossa 1. «Nessuna colata di cemento si è mai verificata - precisa dunque la proprietà - e questo è già desumibile dalle foto pubblicate, ove si rileva la mera presenza di terra e ghiaia. Né può parlarsi di Parco dei Cappuccini trattandosi, pacificamente di area interclusa costituente proprietà privata da decenni, mai usufruita dal pubblico. Non si capisce, neanche, come si possa parlare di area pavimentata, considerato che non è stato apposto alcun pavimento. Non solo - continua la proprietà - è bene evidenziare che l’opera in corso ridurrà sensibilmente, una volta ultimata, la superficie di cemento preesistente».
Sull’area inoltre c’è un vincolo archeologico e non un vincolo della Sovrintendenza dei Beni culturali. La destinazione dell’area è, da Piano regolatore, a verde privato, e tale destinazione è confermata sia da Pg che da Convenzione notarile (un vincolo tra privati stipulato tra il condominio e l’originaria proprietaria dell’area).
Altro motivo della contesa è il taglio degli alberi: i proprietari lo hanno deciso dopo l’esame di un agronomo. Il tecnico aveva evidenziato infatti la necessità di operare una manutenzione urgente delle piante, con il taglio degli alberi morti, pericolanti e sottomessi da altre piante più grandi. La relazione dell’agronomo ha previsto anche la necessità di una potatura generalizzata con pulizia e radamento delle chiome. Questo intervento - spiegano i proprietari - «non ha assolutamente inficiato l’immagine e il valore del giardino, ma anzi ne ha migliorato l’equilibrio e la stabilità nel tempo». L’intervento prevede anche la piantumazione di nuovi alberi «più adatti allo spazio disponibile» e di numerosi arbusti «in numero assai maggiore di quello esistente in precedenza».
Ultima questione controversa: la cinta muraria originale, definita «meritevole di tutela». Per la proprietà è solo «un normale muro di cinta che, in ogni caso, ad opere ultimate verrà ripristinato a regola d’arte».
Dunque la riferita «violazione delle norme edilizie riscontrate» non ci sarebbe stata affatto: «Allo stato non risulta esservi stata alcuna richiesta di sequestro, né essere stata appurata alcuna violazione delle norme edilizie, nonostante i molteplici interventi di controllo già effettuati».

Quindi «anche l’utilizzo della parola “Scempio” è da ritenersi ingiuriosa e diffamatoria» per i proprietari, che ribadiscono di operare «nella piena legalità», «vittima di perpetui attacchi privi di fondamento» da parte degli altri condomini.

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