Costellazioni create dall’uomo per garantire la sicurezza

L’Italia deve mantenere una capacità autonoma nel campo dei satelliti da osservazione e proprio per questo, spiega Enrico Saggese sulla rampa di lancio di Vandenberg, c’è un nuovo progetto, denominato Csg, Cosmo Second Generation, che prevede la realizzazione di altri due satelliti, che andranno in orbita dal 2014-2015. Un progetto da 560 milioni di euro, anche questo cofinanziato dal ministero della Università e ricerca scientifica attraverso l’Asi, dal ministero dello Sviluppo economico e dalla Difesa.
I nuovi satelliti rimpiazzeranno i Cosmo attuali quando giungeranno al termine della vita «i Cosmo dovevano durare cinque anni, ma potrebbero arrivare a sei, forse a sette», dice Saggese, e questo ci dà il tempo per realizzare macchine ancora più sofisticate.
«I Csg, sempre realizzati dall’industria nazionale, saranno leggermente più grandi dei predecessori, ma saranno in grado di produrre un più elevato numero di immagini, con una risoluzione superiore e avranno diverse funzioni innovative. I primi contratti, per lo sviluppo del nuovo radar, stanno per essere assegnati e nel giro di un anno la configurazione dei nuovi satelliti sarà «congelata». Grazie ai radar i Cosmo possono osservare la terra di giorno come di notte, anche in presenza di nuvole e maltempo. Dopo questi primi due satelliti di nuova generazione ne potrebbero seguire altri due, ancora più potenti.
L’Italia ha un accordo di «scambio» delle immagini di Cosmo con la Francia, in cambio ottiene le fotografie scattate dai satelliti «ottici» francesi.
In futuro si potrebbe arrivare a una «federazione» europea, chiamata Musis, che combini le diverse costellazioni satellitari nazionali. Italia e Francia guidano questa iniziativa, ma ancora non sono riuscite a trovare un accordo soddisfacente per stabilire ruoli, responsabilità e impegni. Problemi che si cercherà di risolvere con accordi bilaterali.


L’Italia poi spera di riuscire a vendere all’estero versioni «export» dei suoi satelliti e relative tecnologie: fino a oggi ilo Made in Italy è stato scelto da Turchia, Emirati Arabi Uniti e Argentina. E i Cosmo di seconda generazione interessano già a diversi Paesi europei, al Giappone, all’Australia e persino agli Stati Uniti.

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