da Roma
Nessuno vuole replicare il rebus impazzito delle primarie del centrosinistra, dove minorenni, extracomunitari privi della cittadinanza italiana e chiunque voglia mettersi in fila e offrire il suo contributo politico ed economico allinvestitura di Romano Prodi potrà farlo, allegramente e caoticamente. Ma, al di là delle buone intenzioni, nessun partito della Casa delle libertà ha ancora in tasca una ricetta precisa. La novità delle primarie, daltra parte, è stata messa in campo in maniera repentina. È uscita dal nero cilindro di una crisi di governo stoppata nel giro di poche ore ed è stata trasformata nella scintilla di una rivoluzione interna al centrodestra. Una controffensiva che ha messo per la prima volta in discussione la premiership di Silvio Berlusconi e lanciato lo strumento della consultazione popolare per la scelta del candidato a Palazzo Chigi.
Tutti si rendono conto che portare alle urne lelettorato di centrodestra è unimpresa complessa. E anche nellUdc cè chi, come Rocco Buttiglione, pensa che sarebbe meglio puntare su unassemblea degli eletti di stampo quasi congressuale. Quel che è certo è che, come ha detto il presidente del Consiglio, spetta allUdc dire «come farle» e indicare il modo in cui trovare le risorse. Il partito di Via Due Macelli sa bene di portare su di sé questonere e ha dato mandato alleuroparlamentare Lorenzo Cesa e al responsabile Enti Locali, Stefano Graziano, di preparare un progetto ad hoc.
I due sono già al lavoro e promettono di sottoporre una bozza agli alleati entro questa settimana. «Non dobbiamo inventarci niente di particolare - dice Graziano - Il modello è quello statunitense con la massima partecipazione possibile degli elettori» spiega Graziano a il Giornale. «Il punto, infatti, è soprattutto quello di rendere la base protagonista, di tornare a coinvolgere lelettorato nel processo decisionale». Il dirigente di Via Due Macelli ha già alcune idee sulle regole da applicare alle consultazioni. «A ogni votante sarà richiesto un contributo di uno o due euro. Se portiamo un milione di persone alle urne lautofinanziamento sarà di uno o due milioni di euro. Se saranno di più tanto meglio. Bisognerà, poi, fissare un tetto di spesa per ogni singolo candidato in modo che non ci siano eccessive sperequazioni. Infine i votanti firmeranno una liberatoria che renderà possibile il trattamento dei loro dati». Lorenzo Cesa, invece, in una intervista a La Stampa, promette che «non ci saranno i costi per aprire i seggi perché basteranno le sezioni, i circoli e le associazioni che fanno riferimento ai partiti del centrodestra. Non dobbiamo neppure pagare gli scrutatori perché utilizzeremo i militanti e i volontari».
LUdc, insomma, inizia a definire lidentikit delle primarie. Ma anche negli altri partiti della Cdl si fanno strada alcune proposte. Forza Italia, ad esempio, pensa alla possibilità di percorrere «strade alternative e innovative», come lutilizzo di Internet o del voto telefonico. Con una incognita. Come verificare che ogni elettore voti effettivamente una sola volta? Per ovviare a questo problema si pensa di coniare una apposita scheda telefonica, con un codice monouso. Non mancano soluzioni e idee neppure dentro Alleanza nazionale. Nella riunione dellesecutivo del partito è stata analizzata la possibilità di eleggere, sul modello delle elezioni statunitensi, un certo numero di delegati per ogni regione.
Costi, seggi e rischio di brogli I dubbi sulle regole per il voto
In una settimana lUdc consegnerà una bozza normativa per le primarie. Forza Italia propone di garantire la partecipazione per telefono e sul web
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