Una volenterosa associazione di Tortona ha tradotto la Costituzione italiana in francese, spagnolo, russo, albanese, arabo. Il Sole-24Ore di ieri riporta lentusiastico commento del promotore delliniziativa, tal Mario Giachero, ex insegnante di filosofia e fondatore dellassociazione insieme con il tunisino Boubaker Silai: «Sono rimasto esterrefatto per lamore che la Costituzione ha suscitato in queste persone. È stato commovente leggere con loro larticolo 3, che definisce tutti i cittadini uguali e con pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche». Ora, si capisce bene quale sia lintento dei volenterosi di Tortona. Ma loperazione puzza di demagogia e buonismo e sortisce leffetto contrario. Se lo scopo è favorire lintegrazione degli immigrati, il modo peggiore è proprio tradurre dallitaliano alla loro lingua madre. Anzi, dirò di più, bisognerebbe costringere gli stranieri a imparare litaliano. E non è un discorso leghista, o provinciale, o autarchico. Perché chiunque ha passato un periodo della sua vita allestero, sa perfettamente che la prima barriera da abbattere per entrare nella testa di un altro popolo è la lingua.
Cè un esempio che vale più di mille discorsi (come sempre). Quello di uno scrittore olandese di origine iraniana che si chiama Hossein Sadjiadib Gaemmagham Farahani, in arte Kader Abdolah. Perseguitato dal regime degli ayatollah, scappò da Teheran e trovò asilo politico ad Amsterdam a metà degli anni Ottanta. Lì ha studiato la nuova lingua notte e giorno finché non ha ripreso a scrivere. Non in iraniano o in arabo, ma in olandese. In un libro molto bello, Il viaggio delle bottiglie vuote (Iperborea), Abdolah racconta la vicenda (autobiografica) di un immigrato che passa dalle aride montagne iraniane ai prati della verde Olanda e si stupisce di tutto: «Una mucca nelle nebbia era una cosa nuova per me. Neanche le piogge olandesi conoscevo. Non volevo bagnarmi, restavo in casa finché non smetteva di piovere, ma non smetteva mai». Poi ha capito che per uscire di casa bisognava prendere lombrello.
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