Il cotechino di centro

Uno magari ci prova anche, a riposarsi alla fine dell'anno. Poi gli capita l'ottantesima polemica sulla via da dedicare a Craxi: e finisce stroncato. Peggio del pandoro col mascarpone, del panettone con canditi e uvetta e pinoli e marzapane e besciamella. E, sulla via per Craxi, doverci e volerci anche scrivere sopra qualcosa, andarsi a rivedere gli articoli già scritti, il solito schema, inesorabile come le balere quando suonano Brazil con la gente che fa il trenino. I socialisti dicono, Di Pietro risponde, la sinistra si divide, la destra pure, intervista a D'Ambrosio, Craxi, perché Craxi, del resto Craxi, e il cotechino che è ancora sullo stomaco. È troppo. Doversi andare magari a rivedere quando a Napoli Alleanza nazionale propose una via per Giorgio Almirante, quando i diessini risposero che c'era semmai da dedicare una piazza a Berlinguer, ricordare che a Ozieri, in Sardegna, Via Craxi c'è già, e peraltro incrocia Viale Berlinguer. Ricordare che a Guidonia, in provincia di Roma, il centrodestra spostò Via Gramsci dal centro alla periferia.

Ricordare che a Genova, nel 1994 manettaro, una raccolta di firme propose una via per Enzo Tortora ma il Pds rispose che non si poteva fare, perché sarebbe suonata come una presa di posizione contro i giudici. Noia. Cotechino. Ma chi ha voglia di scriverne, ma chi ha voglia di leggerne. Un articolo intero no, magari una cosina di fondo pagina.

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